L'urgenza espressiva: un concetto molto interessante, che rientra nella sfera dell'istinto piuttosto che della ragione; l'istinto è per sua stessa natura legato ad impulsi basici e a volte violenti, e questo spiega come mai non si sente mai parlare di urgenza espressiva per dischi allegri e spensierati, nonchè innati e primordiali, più forti nei primi anni di vita per poi venire mitigati dal tempo e dall'esperienza. Insomma, nella fattispecie l'urgenza espressiva è la capacità di un determinato album di trasmettere all'ascoltatore emozioni allo stato grezzo in modo molto immediato e diretto, e per riuscirci veramente servono una personalità molto forte, idee chiare ed una certa capacità di stupire l'ascoltatore, ragion per cui molti album associati con questa particolare caratteristica sono spesso e volentieri indicati come precursori e basilari per il proprio genere di appartenenza. "Advance And Follow" degli inglesi VNV Nation possiede tutti i requisiti che ho elencato, ed il risultato è un'oscuro e misconosciuto capolavoro, che ha contribuito a dare forma a quello che oggi viene chiamato Futurepop.

I VNV Nation, progetto del tastierista, DJ e cantante Ronan Harris affiancato dal batterista Mark Jackson, esordiscono nel 1995 con una dimostrazione di talento ed ispirazione che non lascia spazio a distinguo e valutazioni sfumate; un autentico capolavoro, praticamente impossibile da replicare. Pur continuando a mantenere livelli molto alti di classe e spessore musicale infatti il duo britannico non riuscirà a replicare in toto il carisma e la potenza evocativa di "Advance And Follow", uno dei primi dischi a combinare l'energia grezza e acida dell'EBM con orchestrazioni e trame musicali epiche ed altisonanti. Il risultato finale è di una bellezza statuaria, drammatica e marziale, severo ma coinvolgente nei suoni, contorto e paranoico ma profondo e poetico nei testi. Un album a tinte fosche, in cui il caos e la pazzia regnano sovrane, che trova il suo massimo apice in un pezzo come "Serial Killer", maestosa cavalcata in cui ritmi industriali e sintetici si intrecciano ad orchestrazioni cinematografiche, un pathos epico e drammatico e la voce di Ronan Harris che recita un monologo teatrale in cui ogni strofa descrive un diverso aspetto di una mente devestata, tra la più cupa disperazione, "In a face a view, through eyes this world collides, I am voiceless in my angst and nothing can take us back to innocence, short, sharp, bloodlust reality, in despair I reach for nights", e deliri da ubermensch, "Comprehend the ways of man and under a flag we salute or burn, there is blood on both shores, with hardened mind I traveled, with hardened mind I conquered, a freedom so ironic, so despicable, so hypocritical". Un capolavoro espressionista di rara bellezza circondato da altri episodi memorabili come l'EBM acida, ossessiva e visceralmente carnale di "Cold" e l'atmosfera da thriller di una caotica "After Fire", infarcita di campionamenti, imprevedibile nei suoi repentini e mercuriali cambi di tempo e di atmosfera, che raggiungono il climax in un ritmatissimo e visionario mantra che evoca scenari di un'aldilà tormentato ed alienante tanto quanto il mondo nei vivi. "Frika" è la naturale continuazione di questa spirale entropica, con una struttura più lineare e canonica, un beat new wave pulsante ed ipnotico, un refrain potente e drammatico ed atmosfere sciamaniche, che riecheggiano lo stile dei contemporanei Killing Joke di "Pandemonium", mentre gli effetti vocali robotici e il ritmo un po' meno saturo di "Outremer" traghettano abilmente l'ascoltatore verso la fine dell'album, facendo risaltare ulteriormente il recitativo carismatico e malato di Harris, alle prese con una cupa e feroce visione di crociate e guerre di religione, chiusa da un auspicio tragicamente utopico ed irrealizzabile, "Dawn across the land, return to ancient creed, mother, father and child, now and ever be, praise the wind and rain, praise the joy and pain, never havoc cry nor loose the dogs of war".

La seduzione folle ed oscura di "Advance And Follow" passa anche per un uso altamente creativo di composizioni strumentali, che costituiscono quasi la metà dell'album, aggiungendo sfumature affascinanti ed imprevedibili; "Anthem", overture di "After Fire", è caratterizzata dalla campionatura del boato della folla in uno dei celebri discorsi di Mussolini, esortata dall'imperativo "saluto al duce!", un simbolismo potente e drammatico, che allude al tentativo dei regimi totalitaristici di sopprimere il caos ed incanalarlo in una visione imposta dall'alto, un tentativo inevitabilmente destinato al fallimento, come sottolineato dalle repentine sconnessioni della composizione principale. L'atmosfera ipnotica e spirituale di "Requiem QCN" è un altra grandissima vetta espressiva, una danza macabra lasciva e suadente inframezzata dal motto latino del libero stato di Fiume, una citazione di Gabriele D'Annunzio dal forte sapore autocratico e destrorso, "Quis contra nos? Statutum at ordina, tum est, juro ego, si spiritus pro nobis, quis conta nos?", ancora una volta inserita in un contesto musicale ambiguo e decadente. In questo marasma di contorti labirinti mentali e provocazioni sottili e ben studiate non mancano un paio di episodi "di intrattenimento", in cui i VNV Nation si divertono a contaminare con ritmi industrial un'orecchiabile melodia celtica in "Amhrain Comhrac" ed una composizone di chiara derivazione classica nella conclusiva "Fiume".

Un disco veramente unico nel suo genere questo "Advance And Follow", un'opera complessa, carica di simbolismi ed interpretazioni su vari piani e livelli, che denota una profonda cultura non solo musicale ed uno spessore compositivo e di songwriting veramente eccelso. Una prova del nove per faciloni e superficiali, che cita un'ideologia di ordine militare ed omologazione attestandone inequivocabilmente il fallimento storico con i suoi scenari di istinto, confusione e schizofrenia. Un disco ballabile, perchè compunque di questo si tratta, traboccante di melodie orecchiabili e di grande impatto, reso ancora più immediato dall'urgenza espressiva di cui parlavo prima, ma che non tutti possono capire a fondo. Un album a cui spetterebbe di diritto un'altissima considerazione, a tutti gli effetti un caposaldo inamovibile di una nuova corrente passata ignobilmente sotto silenzio; tutti troppo impegnati a seguire le beghe tra oasis e blur o ad ammirare l'ascesa dei green day nel 1995 per accorgersi del Futurepop e di questo meraviglioso album. Non viene considerato come uno dei massimi capolavori nonchè dischi simbolo degli anni '90? Non me ne frega niente, per me lo è senza alcun dubbio, se poi qualcun altro preferisce marilyn manson non è un problema mio.

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