I VNV Nation sono un duo formato da Ronan Harris e Mark Jackson, originali dell'Irlanda ma viventi in Germania. La loro musica è una musica elettronica con contaminazioni trance, EBM e synth pop. Il loro è future pop, termine coniato per indicare la loro musica.
Forti di tanti album e consensi spesso molto positivi, se ne escono nel 2011 con questo "Automatic", l'ottavo album in studio. Devo dire che io li amo, son molto di parte, ma spero di essere oggettivo il più possibile nella scrittura di questa recensione.
In breve possiamo dire che non si sono smentiti, creando un album che segue un po' la scia del precedente "Of Faith, Power And Glory", cioè un album di facile ascolto, adatto a tutti, forte di melodie abbastanza semplici e arricchite da arrangiamenti melodici e con liriche complesse ed emozionanti.
Il disco è composto da 10 tracce, di cui tre strumentali (come il duo spesso ci abitua) e le rimanenti normali, cantate da Ronan Harris. Mark si affida a melodie e arrangiamenti. Colpisce subito la prima traccia vera e propria, "Space And Time", carica di emozione, in cui Ronan da il meglio di se, in una strumentale molto ricca e dagli arrangiamenti melodici. Altra traccia simile nel "concetto" è senza dubbio la seguente "Resolution", tra le migliori del disco.
Segue "Control" la hit del disco, che però a me lascia ben poco dentro. Mi sembra un po' riempitiva e leggermente fuori luogo nel contesto ben più melodico e introverso del disco. La seguente "Goodbye 20th Century" è una strumentale classica e melodica, aderente al resto dell'album, che precede "Streamline", altra canzone abbastanza tranquilla, caratterizzata dal suo arpeggio di synth molto marcato.
Ecco che alla numero otto e alla numero nove troviamo i due capolavori del disco. "Gratitude" è una traccia spettacolare, emozionante, arrangiata stupendamente e che rimane in testa sin dal primo ascolto. Ronan ringrazie chiunque per avergli dato le sensazioni necessarie a fargli provare coraggio e forza. Una traccia sentita, che forse da sola vale il prezzo del disco. In seguito troviamo "Nova" e non resta che inchinarsi di fronte al genio Ronan. Traccia che lascia senza parole, ritornello malinconico, e testo sentito. Ronan sembra quasi che pianga nel ritornello. Anche questa vale il disco da sola, ed è forse la migliore del disco a mio parere.
Segue "Photon", strumentale carica e melodica al tempo stesso, che rientra perfettamente nei canoni del disco. Chiude il disco "Radio", una canzone per me anonima e che francamente non ascolto quasi mai.
Insomma i VNV Nation non avranno certo creato il loro capolavoro ma non si sono adagiati sugli allori e hanno saputo creare un album fresco, moderno e che potrebbe dargli il successo che meritano. Le due tracce da me citate da sole meritano l'ascolto, e le liriche così mature e sentite rendono il disco uno dei più accessibili del duo.
Aspettando il prossimo.
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