I Voivod, se ci fosse un premio per la band più sminuita della musica estrema, potrebbero tranquillamente lottare ad armi pari con chiunque per aggiudicarselo.

Tutti li pubblicizzano, la critica colta (o pseudotale) li adora ma, in verità, tolto uno sparuto manipolo di sconvolti, nessuno li ascolta veramente. Troppo chiassosi agli inizi, troppo cervellotici nel periodo di mezzo, eccessivamente psichedelici nei dischi sotto la major MCA, troppo lontani dalle nuove leve metalliche con gli ultimi lavori; insomma, sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato, tanto che a volte mi viene da pensare che sia proprio la loro totale mancanza di tempismo a renderli così unici. In realtà essi vivono e producono musica in un tempo indeterminato e imponderabile, del tutto disgiunto dalla nostra comune percezione, tant'è che oggi (come vent'anni fa o come tra cinquanta) all'improvviso qualcuno potrebbe avere casualmente il privilegio di imbattersi in dischi quali ''Dimension Hatross'' o ''Nothingface'' e non riuscire più a toglierseli dalla testa per una vita intera.

Nel 1984 i quattro musicisti di Morgoth avevano ben pochi rivali in quanto a ferocia sonora: esce ''War And Pain'' (ma anche ''Morbid Tales'' dei Celtic Frost e l'omonimo dei Bathory) e i canadesi piazzono il primo, pesantissimo, mattoncino della loro entusiasmante cavalcata musicale. Un prodotto fondamentale per l'evoluzione della scena estrema, carico di rabbia e di genuina passione, tottora assolutamente sconquassante.

"War & Pain", dunque; non proprio due paroline cangianti come Peace & Love... 

Passano due anni e i Voivod tornano alla carica stringendo tra le mani un nuovo contratto discografico (con la Noise records) ed essendosi ormai creati un certo nome all'interno della scena internazionale. Il momento è decisamente propizio: il Thrash si sta imponendo come il trend imperante, l'interesse attorno alla band è palpabile. In questo contesto ecco arrivare ''Rrroooaaarrr'', un treno perennemente sul punto di deragliare.

Una cosa è subito chiara: un album intitolato così non può che essere amato e venerato in ogni suo aspetto, iniziando, com'è giusto, dall'onomatopea che troneggia in copertina, una via di mezzo tra un rombo ed un ruggito che non fa che confermare le ottime e brutali impressioni destate dal debutto. Impetuoso ed inarrestabile ''Rrroooaaarrr'' riprende l'apocalisse del precedente lavoro introducendo nuovi desolanti scenari e nuovi inquietanti personaggi, tra cui spicca ''Korgull, The Exterminator'' (traccia d'apertura), portatore di rovina e, con tutta probabilità, del verso che da il titolo al platter.

Un universo fatto di orrori di diversa specie è cio che viene descritto nella musica dei Voivod; non c'è una logica, non un appiglio, niente di niente. Solo un ribrezzo che si materializza in incubi di morte e distruzione e che prende vita attraverso le note un Thrash metal tormentato e fracassante, dove il cantato convulso di Snake recita un ruolo di primo piano seguendo l'irrequitezza della sezione ritmica ed accostandosi al guitarwork sferzante di Piggy.

Va detto che questa fatica di casa Voivod è stata lievemente penalizzata dalla mancanza di quell'effetto sorpresa che ne aveva invece caratterizzato il debutto al punto che, spesso, ''Rrroooaaarrr'' viene quasi considerato alla stregua di un album ''normale'' e giudicato come tale. Niente di più errato perchè, quando c'è di mezzo la creatura di Away, il concetto di normalità tende a dissolversi, rimpiazzato da concezioni molto più alienanti. Pezzi come ''Fuck Off And Die'' e ''Horror'' la dicono lunga sulla particolare natura e su cosa passasse per la testa dei nostri in quei giorni: violenza, violenza e ancora violenza. E che dire poi della frenesia di ''Thrashing Rage'' e dei toni catastrofici della conclusiva ''To The Death''?

Curatissimo fin nei dettagli dallo stesso visionario batterista (vedi copertina e lyrics scritte a mano), ''Rrroooaaarrr'' è il secondo, allucinante, affresco di una band d'avanguardia come poche altre, capace di fornire, anche qui, una prova concreta della propria indiscutibile personalità. 

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