Che cos'è il rumore? Domanda molto interessante. Il rumore è quel suono che è molto, molto fastidioso. Ma anche no.
Che cos'è la bravura? Altra domanda molto interessante. La bravura è quella qualità che, in alcuni dischi, fa la differenza. Ma anche no.
Che cos'è la melodia? Uh, pezzo da novanta. La melodia è il contrario del rumore. E' un qualcosa che rende una canzone appetibile, digeribile, ballabile. Ma anche no.
Aah, mi sto addentrando nei territori della mente deviata di Bugo. Se continuo così non ne uscirò bene. Meglio riportarsi sul retto cammino invece di porsi tutte queste filobugosofiche domande.
Dunque, cosa si ottiene miscelando rumore, melodia e bravura? Cosa avete detto? Un budino al cioccolato scaduto? No no signori, non ci siamo. Prima di andare a ripassarci chimica, voglio porvi una domanda di storia. Cosa successe a Pompei il 24 agosto del 79 d.C.? Sì, giusto! Il Vesuvio emise una serie di lapilli che sommersero questa povera cittadina dell'Impero Romano. Ma cos'è il Vesuvio? No, non è una domanda filobugosofica. E' semplice curiosità. Giusto, è un vulcano. E cosa fa un vulcano? Rumore? Certo. Melodia? Mah, dipende dai punti di vista. Bravura? Beh, dipende. Dipende se stiamo ancora parlando del Vesuvio o se, guidati da un filo conduttore, stiamo trattando di indie-noise. Nel primo caso, 'sti cazzi. Nel secondo caso, sì.
Nel 2005, tre ragazzi di Chicago decidono di provare una nuova avventura: si uniscono, incidono il loro primo cd sotto il nome di volcano! (con la v minuscola e il punto esclamativo) e lo spediscono ad alcune industrie discografiche. Subito i produttori incaricati della faccenda rimangono perplessi. La prima compagnia dice no, la seconda anche, la terza pure, e così via via tutte le etichette degli USA si rifiutano di accettare quel materiale. 'sti grandissimi figli di una mignotta. Senza scoraggiarsi, i volcano! continuano a spedire questo cd per il mondo. Ovunque fioccano rifiuti. Tranne che da una parte. L'etichetta inglese Leaf, infatti, decide di dar loro un'opportunità. Ed ecco che nel 2005 esce "Beautiful Seizure".
Io sono attento alle novità musicali, ai gruppi emergenti, ai nuovi generi. Perciò, appena mi sono visto in un negozio di musica a Padova questo cd (una copertina col nome del gruppo in piccolo, "sommerso" da un mare di lava proveniente da un'esplosione) non ho esitato a tirare fuori la paghetta mensile di 20 € e a consegnare i soldoni al commesso. Appena arrivato a casa, fremente dalla curiosità ho inserito il cd nello scomparto del computer. BOOOOOOOOOOOOOOOM! Mi ha investito una raffica di rumore infernale, terribile, placato solo da rari sprazzi di melodia, e poi di nuovo rumore, batteria in primo piano che veniva pestata a sangue. Stop. Ho bisogno di tranquillità. Meglio gli Slayer.
Il giorno dopo. Mi ricordo del cd che ho pagato il giorno prima. Mi chiedo se effettivamente ci siano dei problemi col computer o se il cd sia rotto. Mi pare impossibile che tre persone possano fare un casino del genere. Ricontrollo perplesso, gli occhi cisposi di sonno. Non l'avessi mai fatto! BOOOOOOOOOOOOOOOM! Di nuovo 'sto cazzo di rumore. Ma tengo duro, provo ad ascoltarli fino in fondo. Bene, la traccia è la n°1, dal titolo "Kalamazoo". E subito noto una cosa che, nella confusione del giorno prima, mi era sfuggita. Aaron With, il cantante e chitarrista del gruppo, ha una voce che ho già sentito. Possibile?!? Sì, molto strano, estremamente improbabile, ma vero. With canta come Thom Yorke, il frontman dei Radiohead. Ma che cazzo sto pensando, mi dico, devo essere bacato per pensare a paragoni del genere. Riavvolgo. Faccio ripartire. Hmmm, ormai sono sveglio. Trasalisco quando With comincia a mugolare. La voce è molto simile a quella di Thom Yorke, non mi ero sbagliato. Sono i Radiohead in versione extra noise.
Andiamo avanti, dai. Canzone n°2, dal titolo "Easy Does It". Cazzo, che classe. Rimango zitto mentre sento piovermi addosso la maledizione sonora del percussionista-addetto al rumore Sam Scranton. Bastano due colpi di bacchetta per scatenare un tornado di rumore: batteria, sintetizzatori, chitarroni a volume assordante che si distorcono a meraviglia sotto le dita di With. E poi? L'esplosione, l'apice del rumore. Si vabbè, che fanno rumore (e bello forte) l'abbiamo capito, ma che c'è di nuovo? Che c'è di nuovo? Uomini di poca fede! Ma vi sembra normale che dopo aver sfondato una batteria e schiacciato freneticamente un sintetizzatore, parta un corteo di tube? A me no. Ai volcano! sì. Non è finita, i chitarroni riesplodono all'improvviso, come un attacco epilettico, poi tacciono e un sax segna la fine di questa composizione. Memorabile. Non c'è tempo da perdere, andiamo con la terza, "Fire Fire". L'inizio di questa song mi fa baciare le mani. Vorrei tanto riandare al negozio di musica e comprarne altre sette copie di questo disco. Un giro di chitarra dal suono vagamente epico, di quelli che ti rimangono impressi nella mente, apre la porta ad una sconvolgente base rap. Lo sgomento dura poco, la chitarra ritorna col volume alzato di quaranta tacche, seguita da un predominio elettronico senza precedenti, la tastiera che geme sotto il pressante schiacciamento, prima dell'epilogo, una miscela fra noise, elettronica e chitarre distorte.
Tocca a "$40.000 Plus Interest", canzone che viene scandita progressivamente dal sussurro quasi addolorato di With e da un ritmo psichedelico, che segue tutta la composizione fino alla fine, dove la voce di With si perde in un tremolìo e la chitarra regna sovrana.
Per staccare un po' la spina, c'è bisogno di relax, un bel drink e un hobby a portata di mano. Ma c'è l'eccezione che sfugge alla regola. Quasi a chiedere una tregua, i volcano! interrompono l'eccellente casino fatto fino ad allora per inserire due intermezzi, "Larchmont's Arrival" e l'ispanica "La Lluvia". Come volete, abbastanza rilassante. Fino ad un certo punto. Sfumata la traccia n°6, i volcano! si accorgono che qualcosa non va. La chitarra? C'è. La batteria? In pessimo stato, ma almeno c'è. La tastiera? Penzoloni, ma c'è anche quella. Ma sì! manca il rumore! Eccoci serviti, via con un incipit all'insegna dell'abolizione del timpano da cui esce una chitarra più che mai distorta. E' arrivato il circo di "Red And White Bells", una delle canzoni più belle del disco, un brano fortemente impregnato di rock, con la voce di With (che assomiglia sempre maggiormente a quella di Yorke) che tira fuori un piagnucoloso lamento. Poi melodia, poi ancora noise, infine melodia, ancora noise, e la fine sembra composta da Four Tet, con diversi scampanellìi che precedono l'esplosione finale, un agghiacciante accozzaglia di rumori incredibilmente aggrovigliati e forti.
Ottava traccia, il titolo è "Apple Or A Gun", una canzone che inizia con un tuono elettronico, pienamente stile volcano!, e che nel suo incedere vede fondersi generi quali disco, noise (onnipresente), punk (traccie sporadiche eppure potenti) ed elettronica. Una canzone che, nella sua originalità, riesce comunque a non far perdere la bussola all'ascoltatore. Una cosa c'è sempre: il casino. E bello forte anche.
Dopo due composizioni abbastanza incolori ("Frozen In Escape", dove il gruppo si dilunga sull'intro composta da una chitarra arpeggiante, e "Before The Suburbs") ecco arrivare una cosa della quale sentivo la mancanza. Una strumentale. Ma chissenesbatte delle strumentali comuni! I volcano! prendono la strumentale comune, la girano, la rigirano, la squartano, la infarciscono, la rigirano ancora e la sbattono per terra in un delirio collettivo, proprio come ai tempi d'oro di Wilma De Angelis alle prese con un pollo. Arriva la teatrale "Hello Explosion", una goliardica mescolanza di chitarre classiche, chitarre distorte, tonfi sospetti, e c'è spazio pure per una fisarmonica. Incredibile. L'epilogo del cd è di quelli degni di grandi capolavori: il titolo è lunghetto ("Pulling My Face In And Out Of Distortion, I Blink Too Much") e l'assimilazione completa anche. La melodia iniziale è spiazzante: sembrerebbe che i volcano! abbiano voglia di rilassarsi guardandosi Moira Orfei, perchè l'incipit è di quelli stile circense. Successivamente, si viaggia nell'antica Cornovaglia, patria di eroi medioevali, con il risuonare di corni. E già si può immaginare Aaron With che canta dolcemente e a intervalli suona il corno, stretto fra due vallate verdi di schitarrate e casino (sempre più forte).
Senza alcun dubbio, i volcano! hanno firmato un capolavoro, macchiato solo dalla troppa somiglianza coi Radiohead (per quanto riguarda il cantante) e dall'inesperienza. Cosa dovrete fare dopo aver letto la mia recensione? Semplice: se siete portatori di pacemaker, non comprate questo disco, se siete dubbiosi, segnatevelo sul taccuino, se siete stati convinti, correte a comprarlo. Requiem.
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