Chi non crede negli extraterrestri ancora non conosce Von Lmo (da pronunciarsi Von Elmo, per i terrestri). Dichiara infatti lui stesso di essere nato "in the black light dimension" nel 1924, e non come riportano alcuni maliziosi a Brooklyn nel 1954 con l'improbabile nome di Frankie Cavallo. Bambino prodigio alla batteria, viaggia con la sua navicella nel sistema solare dove un giorno per un guasto tecnico approda in quel di Saturno. Qui conosce Sun Ra (che stava facendo visita ai parenti) il quale gli insegna teoria musicale e alcuni dei sui segreti e di cui diventa gran fan. Si sa, in Saturno si incontrano strani tipi, così il nostro finisce per diventare amico di uno studente di musica chiamato Juno Saturn il quale tra le altre cose gli parla del pianeta Strazar. Cosi Von Lmo e l'amico spesso viaggiano in questo pianeta dove si stabiliscono e vivono per qualche centinaio di anni.
Ogni tanto durante gli anni settanta Von Lmo fa visita al pianeta Terra dove cerca di stabilirsi per diffondere la sua musica tra gli uomini, la quale musica doveva servire per preparare gli esseri umani ad una eventuale vita extraterrestre. Lavora così a New York con una miriade di band dai nomi e personaggi ameni: nei Funeral Of Art con l'organista Otto Von Ruggins intorno al 1970, nei Pumpo con il chitarrista Rudolph Grey dal 1972 al 1974, nei Why You...Murder Me?, duo d'improvvisazione libera con Grey; nei Kongress con Von Ruggins di nuovo dal 1976 al 1978; infine nei Red Transistor, ancora con Grey, a smanettare alla chitarra e all'organo.
Cacciato e rifiutato (giustamente) da molti locali della grande mela, viene accolto finalmente al Max's Kansas City proprio dove si erano esibiti artisti come Patty Smith e Talking Heads e dove diventa protagonista della stagione no-wave, con annesse distruzioni di strumenti sul palco e sana violenza reciproca tra i membri del gruppo. Non a caso l'ultimo concerto prima del fallimento del locale fu il suo. Nell'incredulità e incomprensione degli ascoltatori Von Lmo pensa lui stesso a definire la sua musica spiegandola in uno schema logico verbale più comprensibile agli umani, la chiama: "super space-age heavymetal dance rock", chiaro, no?! Musica che nei momenti più eccentrici consisteva in jam d'avanguardia con chitarre super distorte che duravano anche per ore e che doveva servire ad aprire ed espandere la mente umana in modo da metterla in contatto col mondo alieno.
Dopo la registrazione dell'album "Future Languages" nel 1981, si racconta che non soddisfatto sia del risultato ma soprattutto della copertina che lo ritraeva senza la sua celebre parrucca, iniziò a distruggerne tutte le copie. Dopo queste avventure Von Lmo fu richiamato sul pianeta Strazar. Ufficialmente uscito dalle scena per problemi di alcool, droga e abusi di ogni genere, in realtà il nostro eroe tornò sul suo pianeta per risolvere un disastro ecologico.
A missione compiuta si ripresenta nel '91 sulla Terra per niente cambiato e finalmente nel '94 registra il suo capolavoro "Cosmic Interception", 8 canzoni per 55 minuti, con al sax proprio Juno Saturn, alle tastiere l'altro vecchio amico Otto Von Ruggins, alla batteria Bobby Ryan e al basso Craig Coffin. Disco che fa leva sul cyberpunk e un'ambientazione da Blade Runner. Dice nelle note di copertina: "Having solved the problems on Strazar, VON LMO has returned to Earth. Through the miracle of suspended animation and supertuminic space travel he has grown younger and stronger and is once again creating alternate realities in sounds and visions here on Earth. VON LMO is determined to help you ADVANCE YOURSELF!".
Si comincia subito con la martellante title-track dal ritmo cingolato e voce metallica da gola profonda che ripete ossessivamente "we transmit, you intercept", ricordando i Suicide per il senso di oppressione e gli Hawkwind per la dilatazione cosmica. "Radio World" è un rhythm & blues apocalittico col suo ritmo compatto e inesorabile, il canto cattivo e il sax che ulula come una sirena. Con "Leave Your Body" si inizia a fare sul serio, accanto al solito ritmo da carro armato e le incursioni di sax la chitarra disegna costellazioni ricordando il mai troppo osannato Helios Creed. La pomposità di "Inside Shadowland" ha qualcosa di sinistro che crea una atmosfera da thriller. "Ultraviolet Light" si apre con miasmi acidi di synth per poi diventare un balletto rockabilly con sax nevrotico e chitarra scatenata in assoli infuocati. Si prosegue con "Be Yourself" che viene direttamente dallo spazio e martella per sei minuti un indiavolato ritmo ferroviario, col solito canto roco e alieno, e il sassofono estenuante che si propaga come il rumore di fondo dal Big-Bang. Gli otto minuti di "Skake, Rattle & Roll" sono devastanti, sembra di sentire i Sun Ra che suonano i Chrome e viceversa, con intermezzi rumoristico-cacofonici, spiazzanti incursioni di chitarre e canto malvagio. L'album finisce con la relativamente più accessibile "This Is Pop Rock" che è la loro personale interpretazione di pop-rock, provate un po' ad immaginare voi.
L'influenza dei Chrome è evidente, specialmente nelle digressioni chitarristiche e nel riuscire a creare musica per robot, fredda, industriale, senza redenzione. L'attitudine e il nucleo di questa musica sono le sperimentazioni di Sun Ra. La violenza iconoclasta e i rumorismi ricordano MC5 e Blue Cheer, anche se tutto sommato il clima ironico li rende un po' come i Gong che suonano heavy-metal.
Questo disco con la sua goliardica irriverenza, la non banale sperimentazione e grottesca avanguardia rappresenta un capolavoro degli anni novanta. Anche se questa è la versione "ufficiale", in realtà si tratta di un lungo messaggio subliminale sull'esistenza degli alieni e il fascino della vita extraterrestre.
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