Arciduca, padre e padrone di VutRhaGroHul, one-man band emiliana nata nel 2013, arriva al debutto quest'anno con un full-lenght intitolato “Legion Noir”(forse esplicito rimando alle ben note “Legioni Nere” francesi?).Infatti all'apparenza, questo disco può sembrare un curioso esempio di Black Metal moderno e industriale; ma non è così.

Va subito puntualizzata una cosa: questo disco esce completamente dai canoni tradizionali del Metal, è un disco estremo e dall'attitudine gelida ma avanguardista, completamente avulsa agli stretti canoni del mercato, probabilmente, anche hai più appassionati navigatori dell'underground, risulterà un opera di difficile assimilazione e sarà necessario più di un ascolto.

Il disco nei suoi 51 minuti di durata, suddivisi in 10 brani, tocca una vastissima gamma di esperienze musicali dal Black Metal Industriale, al Jazz progressivo, fino a giungere all'Harsh Noise più violenta e soffocante.

Il tutto e accentuato da una produzione decisamente satura e opprimente che non lascia nessuno spiraglio di aria all'ascoltatore, che volente o nolente, si ritrova catapultato in un mondo oscuro dove anche la melodia più soave è imprigionata sotto strati e strati di suoni più o meno malati e perturbanti.

Dopo alcuni ascolti si può cogliere come il disco, via via che scorrono le tracce, sia una sempre più putrida discesa nella follia.

Anexistance Morbid Rapturne” è la breve traccia che dà il via alle danze con un ritmo di chitarra e basso martellante, supportato da una voce infernale, un mixing alquanto singolare (basti pensare che il basso è stato messo a destra) e un tempo di Drum-Machine degno di uno schizofrenico. Con la successiva “Hyperborean Void Queen” si perdono le tracce della chitarra e il basso torna centrale. Probabilmente è il pezzo più commerciale dell'album, nonostante la fortissima presenza di tempestosi Synth pervada l'intero brano, data la sua struttura semplice è il ritmo incalzante. Con “Satanic Scrypt of This Age” il delirio metallico scoppia dopo una breve introduzione elettronica, con tempi rigorosamente dispari, Blast Beat incessanti e Loop sulle linee vocali. Interessante l'assolo Barocco al centro della canzone. Esoteric Sun VI Black Sun V” è il primo pezzo lungo dell'album, per il resto non va oltre i canoni già definiti dalle altre canzoni nominate. Con un introduzione orientaleggiante e maestosa, formata da arpe e tamburi Imperiali, si apre “Xenoanathem” un glorioso pezzo di Death\Black Metal con qualche influenza Industriale.

Da qui in poi l'album diventa veramente estremo, ogni forma di già scarsa “melodia” e\o “musicalità” si perde definitivamente.

Funeral 6x-9xy+3m” è un pezzo dove il Black Metal più intransigente incontra un invalicabile muro di Power Electronic, formato da bande di rumori stratificati. Un pezzo estremo, dove i fili sono tirati dalle notevoli linee di basso(comunque difficili da sentire hai primi ascolti). La traccia che segue, “Ohohmimyr”, e disturbata e sorretta solamente da un coro di urla dilaniate e infernali, Blast Beat e suoni elettronici. Into the Ancestral Terror” è un pezzo dove per nove minuti, rumori su rumori, ogni strumento eccetto l'onnipresente basso, viene inghiottito e scompare. Probabilmente è il pezzo dove si trova il suono più saturo, pesante e estremo dell'album.

Una volta superata tutta questa parte di album si apre una terza sezione, dove il rumore svanisce, in favore di suoni oscuri ma perfettamente comprensibili, sui quali si erge una malinconica melodia elettronica in “The Sofference of Dark Land”, per poi giungere alla conclusiva “Hyperborean Void Queen (Ver. II9)” dove l'autore ci reinterpreta il suo stesso, precedente brano, in chiave classica e malinconica.

Questo disco è carico di passione, espressa da una tecnica e da una ricerca espressiva sopraffina, ma è chiaramente rivolto a un esiguo pubblico Elitario. Il sound opprimente e meccanico, l'estrema varietà di spunti e la difficile comprensione di certe parti non lo rende un lavoro facilmente amabile, ma probabilmente è proprio quello che voleva l'autore, un disco cervellotico, intellettuale ed estremo. Se avrete la giusta dose di pazienza e una mente aperta questo lavoro saprà ripagarvi a lungo nel tempo, altrimenti ve lo sconsiglio vivamente.

Detto ciò, comunque, questo mostro di negatività è solo l'inizio, “Legion Noir” infatti è solo un debutto dopotutto, al prossimo lavoro starà il compito di confermare o smentire l'effettiva portata di questo progetto a nome “VutRhaGroHul”.

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