Progetto strano con due componenti fissi, Stringsskald e Ravnaskrik, e ospiti di gruppi importantissimi nel panorama Black Metal russo: Forest, Nitberg e Temnozor.

L'opera è interamente ispirata alla natura e alle foreste, sia nelle liriche che nelle atmosfere. Bravura tecnica ce n'è tanta e si sente, ma viene mischiata in maniera eccellente con riff crudeli, batterie dai tempi velocissimi, sovraincisioni ipnotiche di chitarre protagoniste in tutto l'album. Lo scream è esasperato e lievemente effettato per rendere la sensazione di eco nel vuoto. L'ispirazione pare spesso presa dai Drudkh, anche se ovviamente non c'è paragone. La sensazione di essere in spazi apertissimi e pianeggianti è molto simile però e mancando del tutto gli assoli, spesso si fanno scelte melodiche accostando passaggi puramente Black a parti più lente.

La metà delle tracce sono strumentali, le altre tre sono lunghe e dedicate all'antico paganesimo slavo, figlio di credenze relative alla natura. "Graveforests and Their Shadows" si presenta come un ottimo album realizzato scegliendo la strada qualitativa, risultando poco noioso e decisamente atmosferico, grazie a impercettibili parti di tastiera che mai invaderanno l'ascolto e che vanno quasi cercate al buio, data la loro leggerezza.

L'intro "Hrimfaxi" vuole dar loro lo spazio che non avranno in tutto il disco, giusto per iniziare delicatamente un lavoro che risulterà rabbioso e spietato, già da "Motherland Ostenvegr" in poi, la seconda traccia. Infatti le intenzioni tutt'altro che ipocrite del disco emergono immediatamente spinte da una voglia di goiocare subito e chiaramente ogni carta tecnica senza risparmiare niente, non c'è tempo e spazio per momenti di riposo, di respiro: si parte e si viaggia a livelli alti sia di tempi che di riff. La sensazione di essersi persi aleggerà per tutto il disco, rendendo ogni traccia difficilmente separabile dall'intero lavoro.

Le parti melodiche e le combinazioni di riff si intrecciano perfettamente come migliaia di rami sopra la testa lasciando poco spazio alla luce di cui si nutrono e trasportandoci inconsapevolmente verso "Come, Dreadful Ygg". Ancora più di 10 minuti tra l'aridità dei riff più freddi e ingrati di cui sono capaci i due. Le parti di batteria si fanno sempre più complesse e trascinanti, rallentando per qualche breve minuto, ma ripartendo al massimo appena possibile. Una nevicata resa perfettamente in musica. "The Midnightforest of The Runes" sembra un interludio, ma è curato e suonato esattamente con la stessa energica rabbia di tutto il resto del disco. In "Grim Woods" le chitarre raggiungono l'apoteosi della sadicità, dimostrando di saper perpetuare l'aumento di tensione che si avverte sin dall'inizio. La capacità di saper variare attraverso gli undici minuti di questa traccia rende davvero apprezzabile il lavoro fatto in studio, in quanto non si ha una sensazione di gelo nel cuore, ma direttamente sulla pelle, come se si volesse augurare una morte lenta e sofferta. "Skinfaxi" conclude il primo lavoro dei Walknut restando coesa alle intenzioni poco generose di tutto l'album: la decisione è di provocare e di essere aggressivi da subito e non pare vacillare mai sebbene il termine dell'album prima o poi giunge.

Faccio un piccolo appunto sulla band e su quelle russe coinvolte nel progetto: oltre che stilisticamente, sono tutti progetti dedicati alla decantazione dell'arianesimo, nazismo e violenza/odio razziale. Quasi tutto il Black Metal è coinvolto in simili ideologie, a partire dai fondatori del genere stesso, e pur essendo in evidente contraddizione, le cose stanno così. Io non parlo di politica qui e non m'importa niente dei moralismi e boicottaggi che si possono voler fare pensando di ferire davvero qualcuno e non la musica. Il disco non parla di nazismo nè di tematiche affini, solo di natura, i testi parlano chiaro, ma forse la musica di più. L'avvertimento che faccio è per qualche svastica che si può trovare sulla copertina, essendo affiliati ad un'etichetta Black Metal Russa, dato che il Black russo è nazista, ma credo lo sia solo più esplicitamente del 90% di quello nel resto del mondo.

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