Walter Salles
On The Road

Non era facile portare sullo schermo "Sulla strada" di Jack Kerouac per due motivi: uno, perché "Sulla strada" è pur sempre un manifesto di una generazione che ha cambiato l'arte contemporanea rendendola più viva e reale; secondo, perché si rischia di cadere nelle solite banalità cinematografiche inerenti al viaggio e all'amicizia maschile.

Walter Salles e Jose Rivera, lo sceneggiatore, sono riusciti abbastanza bene a ricreare la magia e l'unicità dell'opera di Kerouac lasciando la fiamma accesa con la stessa intensità di cinquantacinque anni fa. Certo, come ogni adattamento da romanzo ci sono state delle libertà narrative (come la presunta relazione tra Dean e Carlo Marx -nel libro mai accennata, come la seconda vita da gigolò e marchettaro dello stesso Dean, un po' fuori luogo, macchietta molto più anni '60 che primi anni '50), ma le due cose più importanti del romanzo, ovvero il tema del viaggio visto come sinonimo di libertà, di vita, e l'amicizia virile tra Sal Paradise e Dean Moriarty, sono state trattate con lucida fedeltà, soprattutto quest'ultima (avevo letto che FF Coppolla, il produttore del film, disse no in passato a Gus Van Sant perché voleva rendere l'amicizia tra i due a sfondo omosessuale).

Altre scelte azzeccate sono state quelle di mettere gli artisti sopra la droga, l'alcool e il sesso libero (e non come quasi tutti fanno parlando di Beat Generation) e la fotografia, stupenda nelle scene invernali. Interpretazioni minori di Kirsten Dunst, Viggo Mortensen e Steve Buscemi. Da non buttare il Salles regista, davvero bravo. Le ultime sequenze probabilmente le migliori (soprattutto quella finale in cui Sal/Jack Kero inizia a scrivere il romanzo).

Se qualora codesta recensione vi abbia fatto chiedere a voi stessi "che faccio, vado?" ripensate a una delle frasi celebri del libro: "dove andiamo amico ?" "NON LO SO, MA DOBBIAMO ANDARE". Chi non ha mai letto né "Sulla strada" né Kerouac ora avrà un buon motivo per farlo. E per bruciare come splendidi fuochi d'artificio.