Mi dicono: "Per averlo devi aspettare un mese" - dico: "Ok".
Passato il mese, il disco d'importazione arriva a casa. Tolgo la fastidiosa linguetta ultra-adesiva, tipica dei cd import, ed apro il case. Metto il disco nello stereo ed immagino le scene del film.
Sto parlando della colonna sonora di 'To Live and Die in L.A.', realizzata dai Wang Chung ed edita dalla Geffen Goldline Records nel 1985.
I Wang Chung, ve li ricordate? 'Dance Hall Days', la mitica hit tormentone in puro stile anni 80'.
'Vivere e Morire a Los Angeles', ve lo ricordate? Willem Dafoe, John Turturro, in un poliziesco che ha segnato definitivamente le regole del genere.
Probabilmente lo avrete visto e stravisto, ma non è del film che desidero parlarvi.
I Wang Chung realizzano il disco come terzo album della loro carriera, piazzandosi al 41° posto della classifica americana Billboard Hot 100 del 1985.
A partire dall'artwork della copertina e del retro, ci è quasi impossibile non rimanere incuriositi. Dalla tracklist notiamo che i pezzi sono pochi per essere una colonna sonora di un film anche abbastanza lunghetto. La title track ci piace, ci dà quel gusto new wave leggero e spensierato che fa da cornice alle riprese di Los Angeles introduttive.
Il secondo pezzo, 'Lullaby', è una melensa hit pop che probabilmente cantata in napoletano ci avrebbe fatto pena, ma così l'accettiamo ben volentieri.
'Wake Up, Stop Dreaming' è l'apoteosi della canzone perfetta per ogni film d'azione. Come in 'Cobra' con Stallone c'è 'Angel of the city' di Robert Tepper ed in 'Bloodsport' di Van Damme c'è 'On my own alone' di Stan Bush, qui c'è 'Wake Up, Stop Dreaming. Martellante, con un synth-bass che cavalca le onde ed una melodia orientaleggiante, non può che emozionarci associata alle immagini del film di Friedkin. Magari nell'ascolto dissociato dal film non regala lo stesso feeling, ma non si può dire che perda la sua forza.
Il cantato di 'Wait' duetta con tastiere e basso in una rapida corsa in auto nelle autostrade di L.A., mentre 'Black Blue White' si configura come naturale proseguo dell'inseguimento con toni più incalzanti. La frenesia, il ritmo, la velocità sono le principali matrici della colonna sonora, irrinunciabili per un effetto incalzante ed un buon parallelo fra immagine e suono, in dialettica costante.
Il consiglio è di ascoltare il presente album in macchina, con il rischio di pigiare troppo l'acceleratore per via dell'immedesimazione con i protagonisti.
Se lo doveste ascoltare a casa, non saprei dirvi quale possa essere il miglior momento della giornata per metterlo nello stereo. Probabilmente, riguardando la copertina, direi al tramonto.
Personalmente non mi sono mai pentito dell'acquisto. Da amante delle copertine dei dischi, mi basta guardarlo anche solo da fuori per credere che sia stato un buon affare.
Magari un giorno lo appenderò dentro un quadretto, vicino al film ed al poster.
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