Nel 1987 il grande Warren Zevon, forte della presenza di artisti del calibro di Bob Dylan, Neil Young, R.E.M., Brian Setter e David Lindley, incide uno dei dischi fondamentali della sua carriera, pregno di quelle capacità insite nel suo cantautorato, ovvero la proverbiale ironia e la capacità innata di creare delle atmosfere splendide che si accompagnano di volta in volta a tonalità vocali stupende celate sotto una insofferenza solo apparente.
Il disco in questione si caratterizza inoltre per una splendida produzione messa in risalto in particolare da una edizione rimasterizzata che presenta due inediti (la strumentale "Nocturne" e la versione in lingua spagnola di "Leave My Monkey Alone").
Attraverso dieci splendidi brani vengono snocciolati dunque tormenti interiori, pensieri e riflessioni di quello che diverrà il "Mister Cattivo Esempio"; le due canzoni iniziali sono due vere perle della produzione zevoniana: la title-track impreziosita dal superbo assolo del loner canadese e lo stile hard-blues'n'roll di "Boom Boom Mancini", una delle più belle canzoni di sempre inerenti un episodio di pugilato, vanno a rinfrescare un panorama cantautoriale che in quei tempi era davvero asfittico. "The Factory" ricorda non solo nel titolo una canzone dell'amico Bruce Springsteen e vede la presenza all'armonica di un Dylan molto in vena. “Trouble Waiting To Happen” e la lenta e commovente "Reconsider Me" sono due canzoni che muovono da punti di vista prettamente personali per poi presentarsi come dei "moniti universali".
Il rock possente di "Detox Mansion" è perfetto per descrivere i rischi derivanti dall'alcolismo, uno dei problemi che hanno portato Warren allo sfacelo fisico e anticipa "Bad Karma" che già dal titolo accenna alla reincarnazione ponendo l'accento su quella che è la predestinazione alla cattiva sorte e si dipana in un finale quasi casereccio a base di un assolo di sitar. "Even A Dog Can Shake Hands" è una canzone di hard-rock vivace che ironizza nella sua struttura il vacuo mondo hollywoodiano e precede due canzoni del tutto antitetiche sotto l'aspetto musicale, ovvero la ballata bluesy di "The Heartache" resa ancor più struggente dalla voce in sottofondo di Jennifer Warnes e il funky puro di "Leave My Monkey Alone" prodotto da George Clinton, una canzone in cui viene trattato il ruolo che ha ricoperto e ricopre ancora la figura dell' Impero Britannico.
In definitiva fatevi trasportare nel vortice di emozioni che questo artista ha saputo regalare in una carriera interrotta sin troppo presto. Buon ascolto.
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