Arrivati ad un certo punto della propria carriera, certi gruppi storici non hanno quasi più niente da dimostrare. Tanti, forse troppi, sono gli esempi: Ci sono band che hanno fatto della stasi musicale, nel vero e proprio senso della parola, una vera abitudine, come gli AC/DC, i Krokus, o gli ZZ Top. Ce ne sono altri ancora invece, che pur riproponendo lo stesso genere da anni, hanno sempre trovato l'occasione di reinventarsi, ma senza perdere per strada le proprie origini, e gli W.A.S.P. sicuramente rientrano fra questi. O forse viene più convenzionale dire la creatura di Blackie Lawless, visto che gli W.A.S.P. hanno sempre visto in quest'ultimo, la figura centrale che era dietro praticamente a tutto. A lui vanno attribuiti quei capolavori che rispondono al nome di "The Headless Children", "Unholy Terror", o il più conosciuto, e giustamente apprezzato "The Crimson Idol". La band conosciuta negli anni 80' per gli spettacoli cruenti e terrificanti, fatti di ruote della tortura, lanci di coltelli, bevute di sangue, stupri di suore, e chi più ne ha più ne mettal, arrivati al 2009, sono perfettamente consci di aver dato tutto quello che avevano.

Va detto, prima di partire con l'analisi delle tracce, che Lawless ha sempre manifestato durante tutta la sua vita, un odio verso la religione, e il cristianesimo in special modo, dettato anche dagli insegnamenti che lo hanno segnato in adolescenza, un odio che ha manifestato apertamente sopratutto in album come "Dying For The World", e il già citato "Unholy Terror". Nei primi mesi del 2009, il leader degli W.A.S.P. si converte al cristianesimo, e in molti all'epoca pensarono che questo cambiamento radicale potesse portare novità dal punto di vista musicale. Ma non è successo, anzi, il risultato è più che soddisfacente.

Nel Maggio del 2009 vede la luce "Babylon" che in copertina mostra i quattro cavalieri dell'Apocalisse andare via da una città bruciata e perduta, decisamente accattivante come invito per prendere l'album. Le canzoni all'interno non sono sicuramente da meno. "Crazy" ha il compito di cominciare l'ascolto, e seppur quella che ci troviamo ad ascoltare è un ottima canzone, i rimandi a "Wild Child", una delle canzoni più famose del gruppo americano, sono forti. Veri pezzi forti del disco invece si dismostrano essere "Babylon's Burning" e "Thunder Red", nel quale la prima ha un ritmo decisamente spinto, con la batteria che non accenna a fermarsi neanche un momento, e un ottimo lavoro di basso, mentre nella seconda è la voce di Lawless a fare da comando, e sentire come non sia minimamente cambiata da più di venti anni a questa parte è veramente magnifico. Come un buon vino, più invecchia e più migliora. Molto riusciti anche i pezzi lenti del CD, come "Godless Run" caratterzzata da un pathos che va via via sempre più crescendo, e "Into The Fire", che seppur anche questa abbia forti richiami al passato ("Sleeping In The Fire"), svolge bene il suo lavoro. Ben due invece sono le cover presenti in questo album, la prima è "Burn" dei Deep Purple, riuscitissima grazie ad un aumento di velocità e alla voce del leader, e "Promised Land", cover del pezzo di Chuck Berry, che risulta trascinante ed alquanto divertente da ascoltar,e con un ottimo lavoro da parte di tutti i membri, Doug Blair specialmente, che tira fuori un assolo niente male nel finale.

Le aspettative all'uscita di questo album erano tante, e direi che sono state ripagate in pieno. La conversione di Lawless sicuramente ha avuto un impatto deciso sulla realizzazione di questo album, e lo si può vedere sopratutto nei testi, sempre importanti in un disco degli W.A.S.P. Ma ciò che soddisfa l'ascoltatore, è il fatto che anche dopo tutto ciò, la creatura di Blackie Lawless è viva e vegeta, con un cambiamento attidudinale di non poca importanza, ma che come detto all'inizio, non ha mai dimenticato le sue origini e il suo modo di fare. E saranno passati anche 30 anni, ma è sempre bello avere certe conferme da un gruppo che non ha mai smentito i suoi fan. Promossi.

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