W.A.S.P., W.A.S.P, W.A.S.P.... una di quelle band che solo al pronunciare il loro nome tremava la terra, mentre ai giorni nostri, neanche una piega.
Nessuno che ha vissuto gli anni 80 non può non conoscere il nome e la figura di questa band, considerata (all'epoca) un cattivo esempio per i ragazzi, per via dei testi dei loro brani, comparsi progressivamente negli album "W.A.S.P." e "The Last Command", per poi ottenere il successo commerciale con "The Headless Children" che risulta essere l'inizio della maturazione della band, concentrando i propri testi sulla politica, per poi arrivare all'intenso concept album "The Crimson Idol", e da qui in poi, stranamente, forse a causa del successo del Grunge degli anni 90, la band perde la grande popolarità che ha avuto negli anni 80. Infatti, nel 2002, esce "Dying for the World", che risulta essere il loro ennesimo capolavoro, trascurato a causa dell'ormai perduto e irraggiungibile successo commerciale.
Quest'album ha un tema principale, quello delle Torri Gemelle, e il grande gruppo di Blackie Lawless, ci racconta, la tragedia dell'11 Settembre, iniziando da un brano avvincente e tenebroso in puro stile Heavy Metal come "The Shadow Man", per poi passare alla sparata e avventurosa "My Wicked Heart", traccia in stile dei moderni W.A.S.P., con un piccolo pizzico di anni 80, e con un assolo da pelle d'oca che farebbe esaltare l'ascoltatore ancora di più di quanto non lo era già prima, e dopo questa parentesi esaltante, si passa subito ad un brando disperato chiamato "Black Bone Torso", per far rimanere l'ascoltatore, attraverso la senzazione oscura della canzone, nel tragico tema narrato, e dopo quest'avviso, si passa ad un altro brano chiamato "Hell for Eternity", dove il buon Lawless ci dimostra ancora una volta che gli W.A.S.P. non sono morti, ma son più vivi che mai, ma subito la fine di questo grandissimo brano, la band c'introduce attraverso una tranquilla intro una bellissima Power-Ballad chiamata "Hallowed Ground", che ricorda molto l'intenso e puro clima di "The Crimson Idol", ma ecco che gli W.A.S.P. si fanno risentire ancora grazie al prossimo brano chiamato "Revengeance", cattiva e veloce canzone sempre sullo stile della band di Lawless, ma oltre al lato ribelle di Lawless troviamo anche quello più maturo, basta capirlo ascoltando l'ennesima ballata ed prossima canzone, "Trails of Tears", che quasi stà ad accarezzare le orecchie dell'ascoltatore, per quasi farlo addormentare in uno stato di riflessioni e idee sulla guerra, ma ciò viene interrotto dalla prossima canzone chiamata "Stone Cold Killers", semplicemente "elettrica" e gaiarda, con melodie che catturerebbero qualunque persona di questo mondo, ma con la cattiva "Rubber Man", si annuncia la fine di questo album
In conclusione, questo Dying for the World degli ormai underground W.A.S.P non mi è per niente dispiaciuto, anzi, lo considero uno dei loro migliori album prodotti negli anni duemila. Solo che l'unicha spina nel fianco risultano essere la monotonia di alcune canzoni, a volte stancante, sopratutto nei brani veloci, e sembra esserci anche una struttura musicale nell'album che comprende la posizione dei brani nella scaletta, che sicuramente noterete subito durante la soglia dell'ascolto dell'album. Per finire (veramente), vi è qualche complicazione nella produzione, che a volte, gioca dei punti a favore, che non deludono mai.
Datemi un vostro parere riguardante l'album in questione, e se volete, anche un pensiero personale sugli W.A.S.P. di oggi, se stanno facendo progressi o se la loro carriera dovrebbe stroncarsi immediatamente.
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