“…e vissero tutti felici e contenti”
FINE
Ferma, ferma. Ma chi vuoi prendere per il culo? Hai detto davvero tutti? E con quel vissero intendi dire per sempre, fino al concime, o solo per il viaggio di nozze ed i mesi successivi? E’ bello sperare che una volta raggiunto "l’obiettivo" si possa guardare tutto dall’alto e passare il resto rilassandosi in piacevole falsopiano in discesa. Ti diplomi/laurei e sei un vulcano pronto a spaccare il mondo, passi di categoria dopo 5 anni di secondi posti e pensi sia l‘inizio di una parabola esponenziale di cui non vedi la fine dispersa tra le nuvole, ti sposi e pensi alla tua futura famiglia da Mulino Bianco che è felice la mattina quando va al lavoro e si prepare per andare a scuola, vai in pensione e programmi i tuoi mille hobbies, vieni assunto ed immagini promozioni e soddisfazioni. Da bambini giustamente ci crediamo, cazzo, ma da adulti sappiamo che come è vero che esiste la candida e soffice neve è altrettanto reale la palta grigio smog che dopo poche ore smerda le strade. Ciononostante molti leggono con enfasi i librettini stronzi alla Moccia, l’oroscopo, guardano le soap opera traendone spunto per la vita sentimentale reale e godono dei filmettini nei quali dopo la burrasca torna sempre il sereno supersplendente perché il bene vince sempre e sperano che per induzione ciò possa capitare anche nella loro esistenza. Praticamente è un modo per mantenere in vita il Babbo Natale che ci hanno scippato, porca troia, da piccoli. Ma poi la mannaia arriva e SDENG!!!! Co.Co.Co, lavori a progetto a tempo determinatissimo, scopri quanto è dura e fredda la panchina, si scopa sempre di meno e per compensazione ci si arrabbia sempre di più con i pianti notturni dei pargoletti, le pagelle imissime assieme alle estenuanti trattative dei sabati sera unite ai capricci per brufoli e tette piccole ecc... Gli hobbies da terza età si scontrano con la schiena a pezzi, i colleghi affabili all’apparenza si tramutano in veri bastardi; i datori di lavoro in personificazioni del male più puro. Le rate del mutuo, il 6 all’enalotto che non arriva… La gente vive di aspettative e speranze che molto spesso vengono brutalmente disattese. E’ bello pensare che prima o poi potremo vivere felici e contenti per sempre, ma queste sono solo stronzate. Non è questione di soldi; la felicità è per definizione qualcosa di sfuggente, fugace e momentaneo; tutto il resto è rincorsa e sopravvivenza. Ne abbiamo prova ogni fottuta settimana. Vivi per arrivare al venerdì e… magia è subito lunedì. Chi è quell’obeso figlio di puttana dallo stomaco senza fondo che si inghiottisce quelle preziosissime 48 ore ogni volta?? Perché le prossime dovrebbero andare diversamente? Lo sappiamo che non cambierà, ma ci speriamo. Stronzi.
Pochi cazzi, la melancolia ragazzi è sublime: la adoro. Sono un tipo molto malinconico e quando non bussa alla porta come adesso e mi prende… Wow! Molti la associano ad un’anticamera della depressione, ma nessun professorone o incisione di Durer mi farà cambiare idea sulla sua fondamentale importanza. E’ razionalità allo stato più puro; una secchiata di acqua gelida che manda a puttane tutte le false illusioni che la tv, i giornali, gli opinionisti e gli stronzi comuni ci gettano addosso. Schiarisce le idee e mi fa tornare alla realtà nuda e cruda. Guardi il tuo cellulare muto ed il bel panorama dalla finestra al tramonto come ora e ti raccapezzi che non sei più giovane come prima, che hai perso qualche treno importante che non passerà più. Mai più. La malinconia con il suo alone di tristezza non mi deprime. Tutt’altro. Mi fa muovere il cervello, non me lo riempie di stronzate. Mi dà un bel calcio ai neuroni e mi dice: ehi coglione chi ti credi di essere? Datti una svegliata, smetti di sognare ad occhi aperti ed invece di parlare agisci che sei già in parabola discendente. La porta con tutte le tue opportunità si sta chiudendo progressivamente, non lo vedi? Col cazzo che resusciterai e avrai un'altra possibilità in paradiso. Se non ci fosse la melancolia non mi sveglierei alle 5 di mattina la domenica per andare in montagna a prendere aria vera, non sarei curioso, avido di conoscenza e interessi come una spugna perché aspetterei la felicità non me l'andrei a prendere.
Mentre scrivo a getto decido di mettere nello stereo “The Crimson Idol” opera summa dei W.A.S.P.: è melancolia sonora ed erutta in tutta la sua dirompente forza dalle casse. Il riffing serrato e senza speranza ci fa quasi soffocare come la voce rasoio e straziante di Lawless che al quinto album si prende i WASP sulle spalle dopo l’uscita di Holmes e li porta nell‘olimpo della musica hard rock. Ma Blackie non è stupido e non si fa illusioni. Nel concept album curato e profondo (in parte autobiografico) come pochi parla di un ragazzo emarginato nella famiglia e nella vita che raggiunge il successo con la musica quasi per caso. Milioni di dischi e felicità??? Non esattamente. Il successo spinge il nostro eroe a finire impiccato nelle corde della sua chitarra. Forse si era illuso di poter restare sulla cresta per sempre. Schifosamente attuale non trovate?? Se la malinconia fosse come molti la dipingono: ovvero apatia, tristezza e semplice isolazionismo questo album sarebbe una mannaia allo scroto: piena di intermezzi acustici e riflessivi ed invece Lawless trova lo spazio per metterci addirittura una motosega (Chainsaw Charlie). Proprio come una secchiata di acqua ghiacciata per prenderci per il bavero del collo e avvertirci con noti melodiche, ma crude e taglienti del pericolo dell‘illusione, del successo duraturo, per sempre. E così, tra un intro sinistro e acustico come Titanic Overture o The Gypsy Meets The Boy e la galoppante Arena Of Pleasure i minuti filano fino al gran finale con le drammatiche “The Idol” e “The Great Misconceptions Of Me”. Crescendo teatrali, decadenti e metallici di unica bellezza ed impeto che mettono una pietra su un album epocale al quale dò 5 senza pensarci un istante.
W la melancolia.
ilfreddo
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