W.A.S.P., acronimo che in America sta per "White anglo saxon protestants", ad identificare l'elite, la classe ricca e dirigente dell'America, la classe bianca medio-borghese.

Ma il nome del gruppo non è un'acronimo di questo tipo, esso sta per "we are sexual perverts; già perchè i "W.A.S.P." erano un gruppo socialmente pericoloso e il loro leader e principale compositore, anzi unica mente del gruppo (visto che è rimasto l'unico a non aver mai abbandonato la band e l'unico a cui si è legata l'immagine del gruppo), dicevo il leader Blackie Lawless (ex new york dolls) fu additato dalle famiglie e dalla morale puritana americana, come il nemico numero uno degli adolescenti e diverse volte soggetto alla censura. A quei tempi i "W.A.S.P." allestivano concerti con donne seviziate e proponevano un'immagine dissoluta e dissacrante, tanto da far apparire i primi Motley Crue, come abbastanza innocui. Erano la band più minacciosa che mai si era vista fin'ora e per loro qualcuno coniò il termine "shock metal".

Essi debuttano con il singolo "animal (fuck like a beast)" che subisce da subito la censura, sia per il titolo che per i contenuti. Stesso Blackie Lawless in un'intervista recente, racconta di come "scopasse tutto ciò che camminava e respirava" e che sia arrivato a fare sesso con più di "800 donne", roba che neanche Rocco Siffredi o un moscerino in una sola vita! A chi conosce poco il glam (anche se i W.A.S.P. non possono essere considerati glam), o la scena losangelina che ruota intorno all'heavy rock, potranno sembrare parole eccessive e dette da uno sbruffone quelle di Lawless, ma tutto ciò era quasi la regola di vita di una rockstar in California negli anni 80. Gli album seguenti erano assolutamente istintivi e pieni di energia, ma a differenza di molti gruppi che ruotavano in quel circuito, i "W.A.S.P.", riuscivano a creare composizioni di un certo rilievo. Certo con una nomea come la loro, con tutto quello che hanno rappresentato nell'America degli anni 80, chi se lo poteva mai immaginare che Blackie Lawless se ne sarebbe uscito con un concept-album così profondo ed emozionante come appunto "the crimson Idol"?

Siamo nel 1992 ed il grunge ha messo oramai piede, spazzando via tutti gli eccessi visivi degli anni '80: il finto make-up, i capelli cotonati, e gli eccessi di ogni genere. Il party era finito e così come un novello crac del '29, molte band crollarono o cominciarono ad usare camice di flanella e ad avere uno sguardo spento!

{"ma tu facevi metal o hard rock melodico?" "cosa?!!! quella merda degli anni 80? a me mai è piaciuto il metal, ti sarai confuso con qualcun'altro, non vedi come è bella la mia camicia di flanella?".}

La festa era finita e Blackie Lawless lo aveva capito e quindi concepisce un concept basato su un tema abusatissimo (l'ascesa e il crollo di una rockstar) dove però la musica e la profondità di molti testi, lo rende tutt'altro che banale e il tutto risulta tutt'altro che già sentito! Una storia autobiografica in alcuni punti, narra le gesta della rockstar Jonathan Aaron Steel, stella del rock, sulla cresta dell'onda e poi sull'orlo del declino sia morale che fisico. Nella sua ultima notte di esistenza, prima di suicidarsi, l'idolo cremisi (come veniva chiamato dalle folle, da qui il nome del concept) ripercorre tutta la sua esistenza: da una famiglia che lo rifiutava vedendolo come la pecora nera di casa, alla morte prematura del fratello maggiore di 14 anni, il preferito dei genitori, alla sua fuga da casa, alla gavetta e poi finalmente al debutto nel mondo del rock'n'roll! Da qui in poi ci sarà la sua rivincità verso il mondo, con il protagonista che urla "io voglio solo essere l'idolo cremisi". Un'illusione che si mostrerà in tutta evidenza con il crollo psicologico di Jonathan, che lo farà essere più vuoto ed isolato di prima e realizzerà che il vero motivo del suo struggimento é la non accettazione da parte del padre e della madre. Allora il protagonista telefona dopo tanti anni a casa e parla con la madre dicendogli di essere suo figlio, ma lei risponde "noi non abbiamo figli". È il crollo finale del protagonista che lo porterà al suicidio.

È difficile estrapolare un brano, visto che il tutto funziona come un unicum fatto di ballate eleganti e delicate e di potenti heavy rock anthemici come il brano "chainsaw Charlie (murders in the new morgue)", una potente cavalcata anthemica, con toni quasi da musical e un coro liberatorio. Il brano parla dellà crudeltà del music business, in cui ogni artista diventa carne da macello altamente sacrificabile. Da segnalare la bellissima "the Idol" con un giro commovente di chitarra e il brano finale (una sorta di collage di tutti i momenti dell'album).

Carico i commenti...  con calma