Se quest'album fosse una donna sarebbe sicuramente una donna elegante e raffinata con un qualche cosa di selvaggio che la faccia diventare ancora più interessante, ma questo è un disco e stranamente ha rinchiuse in se tutte e tre queste caratteristiche alle quali si somma un valore aggiunto di grande pregio, mi sto riferendo alla voce: ora se state pensando a chi appartenga questa voce, ve lo dico io... sto parlando della voce di Vintersorg, al secolo Andreas Hedlund, che non contento dei suoi innumerabili progetti ha aggiunto alla sua discografia questi Waterclime, one-man-band, dedita ad un genere relativamente nuovo per il nostro folletto, vale a dire un progressive rock con continui accenti jazz/fusion, che mostrano al mondo il lato decisamente più raffinato e delicato di un uomo che si è sempre adoperato a far crescere il numero di ascoltatori nei campi black e viking metal.

"The Astral Factor", questo il titolo dell'opera, è un lavoro diviso in otto episodi in cui oltre al progressive rock e al fusion si trovano elementi di rock sinfonico, folk, parti più vicine alla musica d'avanguardia, il tutto condito da un'atmosfera frizzante, quasi primaverile, che davvero fa scordare di essere davanti ad un artista di estrazione estrema.

Ad aprire il disco ci pensa "Mountains", introdotta da un basso, che per tutta la canzone dimostra essere il vero protagonista assieme alle tastiere, al quale si lega poi l'onnipresente vociona del nostro buon Vintersorg che si dimostra in possesso (neanche non lo sapessimo) di una voce estremamente duttile ed adatta ad interpretare un pezzo estremamente complesso quale Mountains è, si perché si nota come i passaggi di chitarra e tastiere tendano a muoversi su un registro estremamente alto che potrebbe creare svariati problemi a chi non fosse adeguatamente preparato vocalmente.

Si prosegue con il jazz elettronico (mamma mia, orrenda classificazione meglio non saprei come definirlo) a cui li legano elementi folkish tra cui l'utilizzo di flauti e strumenti acustici che contribuiscono a dare alla canzone un senso di musica tradizionale (nel senso di tradizione indigena di un luogo) alla quale si lega ancora una volta Andreas, il quale svolge un lavoro encomiabile, attestando il registro su toni decisamente meno baritonali.

A seguire troviamo il progressive jazzato di "The Astral Factor", title-track nella quale tutti gli elementi musicali di cui prima parlavamo entrano a contatto, dando vita ad uno degli episodi maggiormente rappresentativi del lavoro: si apprezzano oltre la presenza dell'organo hammond, che ci riporta indietro con la mente ai gloriosi anni '70, anche le linee flautistiche e quelle chitarristiche che donano un forte senso epico al pezzo.

Sulla stessa linea della precedente si muove anche la quarta canzone "Diamond Moon" dotata però di un mood più triste e malinconico sottolineato sia dalle musiche che dalla voce dello svedese estremamente passionale; "Painting Without Colours" risulta invece essere un pezzo più tipicamente rock folk con un andamento quasi "nervoso", dotato di groove e freschezza: il pezzo ricorda per altro in più frangenti l'anima più rockeggiante dei Blackmore's Night, specie per quello che riguarda il lavoro di chitarra.

Si torna a parlare di progressive con "Midnight Flyer", che riporta però alla mente influenze di casa Led Zeppelin: il risultato finale del pezzo è davvero ottimo, con questa commistione di Zeppelin e King Crimson davvero ben riuscita.

A chiudere il disco ci pensa il duo "Scarytale" e "Timewind": la prima è una track caratterizzata da ritmi blandi e rilassati, sicuramente il pezzo più tranquillo dell'intero platter, con vocalizzi femminili a fare da sfondo in un'atmosfera prettamente jazz; la seconda invece poco aggiunge al resto del disco, pur essendo gradevole e dotata di un buon arrangiamento.

Terminato il disco non resta dunque che fare le considerazioni finali: questo è un lavoro onesto, decisamente ben suonato e che ci mostra la parte più nobile e gentile di Vintersorg, che pur non avendo inventato nulla di nuovo, ha dato alle stampe un platter di buonissima fattura e che pur non facendo gridare al capolavoro si fa ascoltare con estremo piacere.

Carico i commenti...  con calma