Quando il death metal si incontra (o scontra che dir si voglia) con la fusion, i risultati possono essere molteplici e differenti tra loro. Nel tempo varie volte, questi due generi sono stati uniti, realizzando spesso grandi capolavori e a volte proposte di livello leggermente inferiore, sempre e comunque di alta caratura. Fin dal lontano 1993, quando Atheist, Cynic e Pestilence gettarono le basi e i rispettivi (capo)lavori sfondando le barriere della musica oltre che del death metal, un vasto numero di band iniziò ad esprimersi secondo detti parametri, raggiungendo spesso buoni risultati.
Dato ciò, mi accingo a recensire questo "Ghostwalk", quarto album degli slovacchi Wayd, band attiva da circa dieci anni e devota alle sperimentazioni citate precedentemente. Dico da subito che il platter in questione non mi esalta a pieno perchè a mio modesto avviso ha molti pregi ma anche vari difetti. Per quanto concerne i pregi, posso dire che "Ghostwalk" è un disco molto vario dove death e fusion si amalgamano abbastanza bene creando una miscela sonora piuttosto originale; i solos di chitarra tendenti più verso la fusion che il metal, sono molto ispirati, la batteria rimanendo pur sempre tecnica e varia non si lancia mai in funambolismi impossibili, il cantato è molto dinamico e potente con un buon growl ed altre azzeccate tonalità, il basso dal sapore jazz, sempre nel posto giusto ed al momento giusto, completa il quadro strumentale, sorretto da una produzione non eccellente ma discreta che rende onore a tutti gli strumenti.
Per quanto concerne i difetti, invece, posso dire che ci sono alcuni episodi sottotono dovuti ad un problemino che gli slovacchi trascinano dietro da anni, e cioè, le chitarre ritmiche; spesso semplici e più di scuola death/thrash che techno-death. Infatti, se da una parte tutto ciò può aumentare il tiro, dall'altra rende le composizioni leggermente banali e prevedibili, precludendo una sorta di complessità strutturale, quale peculiarità assoluta di detto genere. Questo non significa assolutamente che il disco non sia intricato, ma a volte ha poco mordente ritorcendosi sulla resa finale. Critiche a parte, questi ragazzi meritano di essere ascoltati e supportati; le potenzialità ci sono, devono solo essere utilizzate nel giusto modo sperando in un futuro non lontano nell'atteso capolavoro.
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