Dopo il terremoto di "Cult of Static", passiamo alla scossa di assestamento di "Pighammer", che rimarrà negli annali come primo disco solista di Wayne Static.

Da dove cominciare? Finirei col risultare ripetitivo come nella recensione di "Cult of Static" se esaminassi ogni traccia una ad una, quindi mi limiterò ad analizzare il disco nella sua interezza.

I suoni di questo disco, per la loro banalità ricordano molto quelli di "Cult of Static", se non per il fatto che qui l'elettronica viene usata al meglio, cercando di "risanare" la cicatrice del disco precedente; e in un certo verso ci riesce pienamente, il nostro caro signor Static, che grazie a canzoni come "Assassins of Youth", "Static Killer", e "Chrome Nation".

Indubbiamente l'incedere elettronico di "Get it together" e, come già detto, la buona riuscita della traccia "Assassins of youth", portano a casa il risultato, ma l'unica conclusione che riesco a trarre è che Wayne ha prodotto qualcosa di buono solo nella prima parte della sua carriera, fino a  "Cannibal" con gli Static-X.

Questo disco per i fan di Wayne, e anche per mè, è l'inizio della risalita dalla caduta del cd precedente, e quindi i fan sfegatati di Wayne apprezzeranno questo disco, mentre altri ascoltatori, magari più critici, resteranno indecisi, perchè qualcosa di buono si sente soprattutto dopo "Cult of Static".

In conclusione "Pighammer" è un'uscita "quasi sufficente" o poco più, che si ascolta volentieri ma non convince del tutto, questo disco per me non è da "condannare all'oblio" come l'hanno definito altri, ma è solo l'inizio di una faticosa risalita che deve attuare Wayne.

Insomma, è un disco da consigliare a "nuovi fan" degli Static-X, perchè i fan accaniti resterebbero indifferenti nei confronti di questo disco per questo non do nessun voto a questo disco, ma lascio l'onore ai lettori di questa recensione.

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