La ragione che mi ha spinto a vedere quasto film è stata che sono entrato tempo fa in una tabaccheria-bar. Ebbene, c'era questo poster gigante i una scena tratta dal film Smoke con Harvey Keitel in bella mostra di sè. Ho chiesto al commesso la ragione di una così bella citazione, lui ha fatto spallucce dicendo che era un idea del vecchio propietario. Ora, dietro quel poster non c'era una mera immagine pubblicitaria, chi aveva deciso di riempire un intero muro con quella immagine lo ha fatto per amore del film stesso. E allora non mi restava che procuraromelo questo film. Ne avevo già sentito parlare in realtà ma il film si è rivelato davvero meraviglioso per tanti motivi. Al centro della storia abbiamo Auggie(Harvey Keitel)e la sua tabaccheria nel cuore di Brooklyn e lo scrittore Paul Benjamin (William Hurt) che compra sempre i suoi due sigari. Lo scrittore è in crisi per aver perso la moglie in cinta ma conosce Thomas, un giovane ragazzo di colore scappato di casa che accoglierà con se e gli ridarà la voglia di scrivere e di continuare a vivere. Auggie nel frattempo scopre di avere una presunta figlia avuta da una ex amante e cerca di tirarla fuori dalla droga e Thomas ritrova suo padre che era scappato dopo un incidente dove perde la vita la moglie. Storie che si intrecciano fra miserie umane e vite al limite ma dove prevale l'amicizia e il dialogo, le storie e gli interessanti aneddoti. Auggie è un semplice tabaccaio che ha l'unico hobby di fotografare l'angolo della sua tabaccheria ogni mattina alle otto in punto e in una di queste foto Paul riconoscerà sua moglie. Ma la semplicità di Auggie è fatta di storie di vita vissuta, come il tenero racconto di Natale della vecchia cieca che va a trovare e tiene il gioco di fingersi il nipote per farle trascorrere un Natale sereno. E la semplicità di Auggie e il ricongiungersi famigliare di Thomas sono, per Paul, il motivo per continuare a vivere. Uno dei pochi film, a mio avviso, dove la bravura dello scrittore (Paul Auster) trova piena espressione nelle immagini e nell'interpretazione dei protagonisti, Harvey Keitel su tutti. Il bianco e nero "magico" delle foto di Auggie diventa poesia pur nella consuetudini di gesti, rituali e situazioni quotidiane. I primi piani dei volti e le pause nei dialoghi fra Auggie e Paul sono ricchi di una umanità autentica dove "la fumata" è visto come momento di riflessione e di stati d'animo. E quei silenzi e pause nei dialoghi sono così inusuali che il film sembra uno dei pochi superstiti di un cinema dove conta il sentimento prima dell'azione seppure il film non abbia nessuna velleità simbolica ma una forte, chiara, suggestiva rappresentazione della vita e dei suoi valori più semplici.

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