E' risaputo: la Jazz Fusion nasce dai Weather Report, una delle band più geniali della storia, nel biennio '76-'77 e con i due Capolavori (notare la Maiuscola) "Black Market" e "Heavy Weather". Sarebbe facile ridurla qua, prendere queste opere assolute della musica e contemplarle; tuttavia non sarebbe giusto e forse non si comprenderebbero appieno il perché di certe sonorità e da cosa provengono. Allora risulta necessario un passo indietro, anzi due. Il primo porta a "Bitches Brew" di Miles Davis, dove suonano tutti gli artefici e i plasmatori di quella creta chiamata Jazz-Rock; il secondo ai primi due dischi di Zawinul e soci.
La macchina del tempo della Musica ci porta nel Maggio 1972, nel momento di uscita di questo album. Primo dato importante da segnalare, il disco va spaccato in due: i primi quattro pezzi vengono incisi in studio a cavallo tra il '71 e il '72, i tre pezzi finali invece fanno parte di un concerto in Giappone che poi verrà pubblicato integralmente poco tempo dopo nel disco "Live in Tokio". "I Sing The Body Electric" rappresenta la quasi necessaria prosecuzione di "Weather Report", uscito solamente l'anno prima, essenzialmente per due motivi: per prima cosa la composizione della band non è cambiata (ad eccezione di Eric Gravatt alla batteria e Dom Um Romao alle percussioni. Bisognerebbe anche dire che in quei ruoli si sono alternati un'infinità di strumentisti negli anni), il secondo punto riguarda le sonorità: gli assoli di Shorter non sono ancora micidiali e compatti, il Synth di Zawinul non riesce pienamente ad essere la base musicale mentre il basso di Vitous è concreto, molto tecnico ma ancora "standard". Tutti elementi che erano presenti l'anno prima in linea di massima ma si riconosce una punta di novità, di ricerca e comunque sia di evoluzione. Si può notare in qualche sfumatura nei pezzi di studio e specialmente nel Live giapponese. Qui i Weather Report risultano essere trasformati: sono aggressivi, determinati e le qualità precedentemente elencate guadagnano in vigore e visibilità.
Riguardo alla prima parte emblematiche "Unknown Soldier" e "Second Sunday In August", per la seconda segnalo il medley "Vertical Invader/T.H./Dr. Honoris Causa". Quando ci si avvicina ad un gruppo si parte quasi sempre dai dischi migliori e non sempre coincidono con le prime produzioni, con i Weather Report accade così ed è innegabile; a quel punto è lecito chiedersi come si sia arrivati a vette del genere. La risposta non va trovata nell'incontro che ti porta il destino (quello con Jaco Pastorius) ma in un cammino umano e spirituale percorso da due grandissimi (Shorter e Zawinul) accompagnati volta per volta da tanti altri che hanno offerto il loro contributo, spesso dimenticato dai più.
Questo mio scritto è dedicato a Miroslav Vitous, un ottimo bassista al quale vanno riconosciuti parecchi meriti nella costruzione di una storia che con altri musicisti non avrebbe preso tale percorso.
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