This is the baddest shit on the planet!’ disse Joe Zawinul quando, in CBS, sentì la lacca del disco prima di andare in stampa. La casa discografica lo immise sul mercato e fu un botto galattico nel piccolo universo dei musicofili della diffidente, grigia e snobistica area dell’avanguardia jazzistica ‘crossover’ nonché tra tutti gli uomini di buona volontà . Era stato creato l’anello mancante tra jazz, funky, critica e pubblico.

Joe Zawinul e Wayne Shorter avevano già creato tre lavori unici ed irripetibili, ciascuno di essi aveva suscitato scalpore, sconvolgimento e crisi epilettiche tra chi restava arroccato a vecchi modelli jazzistici e chi aveva ancora bisogno della sicurezza del latte materno; tutti gli altri invece lasciavano cadere le mascelle e dispiegavano un largo e grato sorriso mentre le anche cominciavano a muoversi a tempo. I due venivano, per l’ appunto, dall’ incisione di tre dischi (di studio, più un ‘Live in Tokyo’ doppio) uno più bello ed unico dell’altro: “W.R.”, “I sing the body electric” e “Sweetnighter”. Incisi finalmente da titolari, ciascuno dopo un intenso e vissuto periodo dentro l’occhio del top jazz mondiale: Joe dopo nove anni con Cannonball Adderley (grosso esponente del soul jazz, proveniente a sua volta da lunga militanza nel sestetto di Davis) e Wayne (ma guarda un po’ !) direttamente dal secondo quintetto di Miles. Entrambi comunque sopravvissuti in qualche modo alle sessioni di “In a silent way” e “ Bitches Brew”, dove si erano incontrati, annusati e rispettati. Quindi ambedue pronti ad abbattere barriere e steccati, mantenendo altissima la qualità della musica.

Un discorso a parte va fatto per Miroslav Vitous, terzo membro, anzi il primo ideatore dei Weather Report, silurato da Zawinul in quanto troppo etereo e sperimentale rispetto alle esigenze di tempo piu’ solido e groove richiesti dalla storia già scritta nel futuro di questo gruppo unico al mondo. Miroslav, infatti, in questo disco ha il suo canto del cigno suonando solo in American tango e dimostrando comunque di che calibro fosse e dove sarebbe potuta andare la musica dei W.R. se lui fosse restato. Chissà. Gli subentrerà in organico, per un po’, un mostro del basso elettrico: Alphonso Johnson.

I pezzi: 1) ‘Nubian Sundance’ che sembra veramente una danza del sole nubiana in cui gli strumenti partono e vanno avanti con una progressione ipnotica davanti ad una folla plaudente e vociante. Il piano elettrico col wah, gli unisoni tra Joe e Wayne, così come la melodia, le urla perse nel vuoto, il vocalese di Joe, le percussioni che ‘non fanno prigionieri’ ne fanno un pezzo esemplare dell’ intera discografia W. R. 2) ‘American tango’ e’ un brano costruito con intelligenza non comune, dove c’e’ un dialogo spezzato ma continuo tra il sintetizzatore galattico di Joe, il sax di Wayne e il contrabbasso col wah di Miroslav. Cori epici intervengono sullo sfondo di tanto in tanto a conferire una estrema ed alta dignità al tutto. Reminiscenze classico-europee del pianista viennese. 3) ‘Cucumber slumber’ e’ oramai un pezzo icona del funky, campionato e piratato da migliaia di rappers, col suo riff di basso che ti entra nella testa, con le linee di sax e di synth improvvisate li’ per li’ ma oramai imparate a memoria da migliaia di appassionati quale imprinting indimenticabile. Pezzo nato in due minuti, lì in studio: da un riff ideato da Alphonso ed elaborato seduta stante, tanto per scaldarsi. Ad un certo punto, infatti, si sente anche che Johnson decide di cambiare il centro tonale del pezzo ma Zawinul ancora non afferra e per un paio di battute si procede in dissonanza, che subito rientra. Tutto e’ stato tenuto, tanto e’ stupendo questo pezzo di musica. 4) ‘Mysterious traveller’ da proprio l’ idea di un solitario alieno che viaggi nello spazio intergalattico. Di un riff introduttivo cosi’ accattivante e dell’ elaborazione che ne è fatta in seguito, per tutta la durata, sono probabilmente stati buttati gli stampi, perchè neanche in un milione di anni sarà possibile raggiungere una tale osmosi ad un tale livello qualitativo, allo stesso tempo molto godibile. Niente altro da dire. 5) ‘Blackthorne rose’ è un delicatissimo ed assolutamente intimo pezzo a due tra Wayne e Joe; soltanto sax, piano e ‘melodica’ per un brano che vi starà nel cuore da quando lo ascolterete sino all’ eternità. 6) ‘Scarlet woman’ teoricamente è di Alphonso Johnson; in realta’ i W.R. ne utilizzeranno solo la frase iniziale per poi contribuire creativamente, come collettivo, allo sviluppo melodico ed armonico improvvisato, tanto è che alla fine verrà accreditato anche a Zawinul e Shorter. Incedere maestoso e sapiente uso delle pause e del silenzio, stop ed incursioni mordi e fuggi, in un crescendo finale quasi Mozartiano. 7) ‘Jungle book’ è il pezzo di chiusura, inciso in solitudine ed in santa pace da Zawinul nel salotto di casa sua con sovrapposizioni a posteriori di percussioni, ocarina e flauto di Pan. Molto caratteristico. Sembra veramente la colonna sonora di un viaggio in una giungla inesplorata con possibili suoni di sottofondo. Predominante uso di accordi maggiori ed atmosfera sognante-indiana. Sviluppo del pezzo tranquillo su un ritmo 4/4 leggero e saltellante. Uso intenso ma discreto delle piccole percussioni. La ricerca di un batterista stabile è sempre stato un grossissimo problema per W.R. e c’ è sempre stato un continuo alternarsi, almeno sino a quando Alex Acuna prima e Peter Erskine dopo hanno contribuito ad una parvenza di stabilità.

Due parole in generale sui W.R. e la loro parabola: dovendo consigliare tre o quattro dischi rappresentativi, mi permetterei di suggerire Sweetnighter, Mysterious traveller, Heavy Weather, 8: 30, Tale spinnin’ e Black Market. Ma e’ veramente ingiusto mutilare l’intera opera: e’ un po’ come chiedere ad una mamma quali dei suoi figli siano i preferiti, tale e tanta è la qualità profusa nella intera discografia. Personalmente amo tutto ciò che hanno fatto, anche l’ ultimo ‘This is this’: disco di commiato, inciso solo per impegni contrattuali, con un Santana in grande forma!

Dai primi settanta, per una quindicina d’anni, la musica dei Weather Report ha attraversato la scena musicale internazionale senza che nessuno potesse rapirne l’essenza e fermarla nel tempo per poterla decifrare, esattamente così come succede con ogni Mysterious Traveller che si rispetti.

Carico i commenti...  con calma