A tutti gli appassionati di sonoritá rock bizzarre e fuori di testa consiglio caldamente l'ascolto di questi Weegs, simpatico gruppo di mattacchioni pazzoidi, che si potrebbero paragonare, fatte ovviamente le dovute proporzioni, ad una versione indie-rock dei mitici Residents (che spero vivamente non necessitino di presentazione alcuna).

Giá il titolo del loro esordio (dai toni più garage) Meat the Weegs d'altronde si divertiva a citare l'enigmatica entitá new wave di San Francisco; e pure i loschi figuri in copertina di questo secondo parto ricordano un po´ i mitici bulbi oculari, che sembrano peró decomporsi, sperduti in qualche landa aliena e desolata. Ebbene a coloro che decidessero di calarsi nella follia di quest´opera si prospettano otto tracce di ragguardevole rochenrolle frenetico e schizzoide, che mischia con nonchalanche l´indie con la no-wave piú oltranzista, riuscendo nel difficile intento di suonare al contempo straniante ed orecchiabile; risultando, oserei dire, persino catchy e divertente. Poi nella nona ed ultima traccia, i nostri perdono definitavamente ogni contegno e residuo barlume di luciditá. Mentre prima i nostri intrattenitori potevano ancora sembrare individui magari un po´ eccentrici, ma in fondo innocui e persino simpatici, qua gettano la maschera per mostrarsi quali i pazzi omocidi che in realtá sono: vittime designate noi e la musica. Infatti difficilmente usciremo vivi dai ben 45(!) minuti di puro nonsense a cui verremo sottoposti, rumori piú o meno aribitrari che si fondono tra di loro senza freno e ritegno alcuno, copulando in una sorta di orgiastica jam cacofonica a tempo perso. La musica perlomeno ne esce piú morta di dio dopo il passaggio di Nietzsche. A seconda del vostro stato di salute mentale e livello di luciditá al momento dell´ascolto probabilmente troverete la traccia come la piú riuscita del lotto o come una gogliardica presa per il fondoschiena (io sinceramente il 99% delle volte la salto, ma mi é capitato di ascoltarla ogni tanto durante il dormiveglia, prima di addormentarmi e in quelle rare occasioni risultava piacevolmente intrippante).

Detto ció, perlomeno limitandosi alle altre tracce, il disco si rivelerá un´ottimo intermezzo in quel assurdo teatrino tragicomico che noi chiamiamo vita, un piacevole passatempo da ascoltare e riascoltare nell´attesa che arrivi Godot.

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