E' dal 2008, precisamente dall'uscita di Weezer (The Red Album), che Rivers Cuomo e soci hanno adottato l'abitudine di lanciare sul mercato un disco ogni anno. Una mossa commerciale come questa risulta sempre molto azzardata perchè l'ispirazione, si sa, non può essere sempre immediata e si rischia con grande facilità di cadere nella ripetizione o, peggio, nella sperimentazione forzata. E' ciò che è accaduto nel 2009 con Raditude, un lavoro davvero raffazzonato che tentava di spaziare dal rockabilly di (If You're Wondering If I Want You To) I Want You To alla dance di Can't Stop Partying, avvalendosi delle collaborazioni trascurabili di Dr. Luke e Lil' Wayne. C'è da dire che essere i Weezer non è cosa semplice. Avere alle spalle un esordio-capolavoro come Weezer (The Blue Album) e trascorrere un'intera carriera componendo brani validi qua e là, ma album nel complesso mediocri, mette l'ascoltatore in continua aspettativa, rischiando di deludere con fin troppa disinvoltura. L'immagine e l'attitudine del gruppo, però, giustifica quasi sempre questi alti e bassi, compensati da esibizioni live mozzafiato e da un'umiltà ineguagliabile.
Appropinquandomi ad ascoltare Hurley, ottava 'fatica' della geek-band di Los Angeles, mi riscopro un po' prevenuto e, una volta che il singolo Memories introduce il disco lasciandomi alquanto indifferente, mi si presentano un po' di sorprese. Ruling Me è un piacevolissimo ed energico brano dalle tonalità power-pop e mentre Rivers canta del suo ennesimo problema con le donne mi viene un'improvvisa voglia di fiondarmi in giro per la città e ballare come uno scemo. Mi ritrovo pochi minuti dopo su un autobus, mentre sto ancora scuotendo la testa come uno di quegli stupidi cani-giocattolo che la gente ama mettere in bella vista nel retro delle automobili. Il mio viaggio prosegue con le ottime Trainwrecks e Unspoken, entrambe malinconiche al punto giusto da calmarmi e deliziarmi allo stesso tempo. La vena demenziale di Where's My Sex? mi riporta alle tipicità dei Weezer, mentre le sofferte Run Away e Hang On scorrono quasi impercettibili. Smart Girls, d'altro canto, è la prova che la matrice di questo gruppo può evolversi ma mai cambiare radicalmente ("Where did all these smart girls come from, I don't think that I could choose just one!"), ne è ulteriore dimostrazione la povertà d'impatto che caratterizza Brave New World e Time Flies, le ultime due canzoni del disco. Non molto interessanti le quattro bonus track inserite nella deluxe edition: divertenti, se non altro, All My Friends Are Insects e la cover di Viva La Vida dei Coldplay.
Dall'ascolto approfondito di Hurley emerge un album piacevole, sbarazzino, che possiede tutti gli ingredienti della tradizionale 'ricetta Weezer', di certo una boccata d'aria rispetto al precedente Raditude. Prima di riporre il cd sullo scaffale dedico un'ulteriore occhiata alla copertina: troneggia il volto grasso e sorridente di Jorge Garcia, alias Hugo "Hurley" Reyes, il freak sfigato della serie TV "Lost". Sorrido di rimando e mi vengono in mente le facce goffe di Cuomo, Bell e Wilson che lanciano occhiate timide dalla copertina del Blue Album. Ricordo ancora una volta cosa rappresentano i Weezer, gli stessi dei videoclip di Buddy Holly, Hash Pipe e Pork and Beans. Senza accorgermene, sto già fischiettando Ruling Me.
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