Non so esattamente il perché ma i dischi di cover mi incuriosiscono.

Ecchissenefrega diranno i più educati tra Voi.

Giusto!

Ma io, come pochi di Voi sanno, essendo un allievo del S.I.S.M.I. (Squola Italica Sistemica per Mistici Ineducati) del parere altrui me ne infischio e senza batter ciglio.
Flap.

Dicevo che questi dischi mi incuriosiscono: anche quando partono già bolliti, morti e stramorti al solo scintillio primigenio del brumoso pensiero che li ha generati.
Esattamente come questo.

Si gettano in assolutà libertà (aka membro di segugio) in un unico calderone alcuni classicissimi assoluti firmati da Michael Jackson e Black Sabbath, Eurythmics e Toto, A-Ha e TLC.
Giusto per citare qualche nome.
Insomma, davvero, forse sarebbe il caso di dire anche no.

Magari il senso pregnante della raccolta è quello della facile raccolta (appunto) copiosa del tallero altrui.
Ma sappiano che con me non raschieranno gnente-di-nulla.

Per completezza di informazione, posso dire che me lo sono procurato un po' come fate tutti Voi anche se con modalità apparentemente diverse: raccogliendo saponette, nelle ore più affollate, negli angoli sperduti delle docce della fatiscente struttura che mi ospita (forse sarebbe giusto dire trattiene).

Non che ne vada fiero o ci vada granché matto: ma questo gravoso compito, come intuirete, qualcuno deve pur svolgerlo e se, putacaso, viene compensato con qualche disco di straforo il risultato avvolte può valer bene lo sforzo.

Non mi ricordo se l'ho già detto: questi dischi mi incuriosiscono.

Perché mi piace leggerli come rispettosi, anzi riconoscenti è la parola givsta, dell'arte (bassa o alta che sia) altrui.
Dall'altro perché proprio mi sconfiffera ascoltare come questa teorizzata riconoscenza venga posta in essere: ovvero se i brani siano stati adeguatamente deturpati e magari resi totalmente irriconoscibili: son qvelle le cover migliori, ça va sans dire.

Su qvesto fronte devo dire di esser rimasto abbondantemente deluso: trovo però che Ozzy Osbourne non abbia mai cantato così bene, come in questa versione di "Paranoid", e dico almeno dal 1971.
Anche il singolo cartoonizzato "Take On Me" dei biondi svedesotti degli anni ottanta, anche se trattasi di autentica copia-carbone che neppure col ciclostile sarebbe venuta così fedele all'originale, tende ad allietarmi nell'atto del chinarmi prono tra gli angoli.

La verità è che tra una The Turtlesata proto-sixties e una TearsForFearsata dei plasticosi eighties mi viene proprio difficile toglierlo dal lettore: non mi stressa, non mi annoia, lo ascolto in heavy rotescion e quasi mi diverte.

Le versioni son forse fin troppo tutte pulitine ed educate: niente grattugie e satanassi a corredare gli arcaici Pop anthem ivi contenuti.

Insomma: il disco in teoria fa schifo ma, in pratica, mi piace na cifra.

Questo mi dice che forsei dovrei chiedere all'infermiera del turno di notte di non esagerare come al solito con lo Xanax e che magari mi sia assegnato un compito di natura più istituzionale delle saponette: raccogliere dal pavimento gli zampilli allegri emessi del resto dei degenti che hanno un innaffiatoio al posto dell'uretra. Magari con i polpastrelli.

Potrebbe essere anche più divertente.

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