''Biermacht'' è il secondo parto della cult-band Wehrmacht venuto alla luce due anni dopo il debutto ''Shark Attack''. Di tempo ne è passato ma la furia incontrollata di questa band è rimasta piacevolmente invariata; per fortuna non è rimasta altrettanto immutata la produzione, qui di gran lunga migliore rispetto al debutto (laddove aveva penalizzato le capacità dei nostri ai limiti dell'indegnità) rendendo giustizia alla crudezza che questa proposta musicale merita. Quindi preparatevi per un Crossover spaccaossa con tempi ultra-veloci e riff essenziali che puntano tutto sulla velocità esecutiva; sono sufficienti 26 minuti ai nostri birrafondai per non fare prigionieri.

L'iniziale ''Your Broke My Heart (So I Broke Your Face)'' - oltre ad avere uno dei titoli più esplicativi e spassosi mai sentiti - dimostra subito quello che il platter vuole rappresentare: le influenze del side-project Blurr Spazztic sono piuttosto evidenti, le sezioni punk si fanno spasmodiche ma sono ben mescolate a quelle meno impulsive grazie a soventi e benefici stop and go; le strutture sono spoglie di qualsiasi orpello ma assai dinamiche e, talvolta, fanno capolino riff Thrash metal old school come in ''Gore Flix''.

I registri selvaggi, il palm-muting, la schizofrenica prova di Tito Matos dietro il microfono, tutto contribuisce a creare ciò che era auspicato: Velocità e Violenza senza tralasciare un tocco d'umorismo tipico del genere (un titolo come ''The Beer Is Here/Drink Beer Be Free'' come ve lo spieghereste altrimenti...). Le varie ''Munchies'', ''Suck My Dick'', ''Drink Jack'' costituiscono un ideale punto d'incontro tra le influenze Punk/Hardcore dei M.O.D. e i testi ricreativi dei S.O.D. tanto quanto ''Radical Dissection'', ''Balance Of Opinion'' e la titletrack fanno intendere un approccio più pesante riconducibile ai grandi titani dello speed metal di quegli anni (Kreator e Motorhead i più gettonati).

''Biermacht'' è stato l'epitaffio del gruppo americano (anche se nel 2008 si è riformato dando seguito alla loro attività con una serie di concerti ed è in procinto di far uscire il loro terzo lavoro) e, a conti fatti, si posiziona un gradino sopra il suo predecessore malgrado il songwriting presenti qualche incertezza (''Night Of Pain Part I'') esprimendo un efficace esempio di Crossover/Thrash anni '80 da costudire con cura per chi già lo possiede data la sua importanza storica e affettiva, da ascoltare almeno una volta per tutti coloro che, per indole, si definiscono degli emeriti birraioli cazzoni

DRAFT BEER, NOT ME, DRINK BEER, BE FREE.

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