In questa società ormai alla deriva, si sa, i ruoli si sono invertiti rispetto al comune pensare fine anni '60. Le persone che dovrebbero governarci ed essere un modello di riferimento, si riscoprono bastardi, malvagi e quasi tutti disonesti (politici, magistrati, avvocati, dirigenti ecc). I folli e le persone "strane" sono da considerarsi eroi da idolatrare ed esempi di saggezza (vedi Kurt Cobain, Jim Morrison, C. Bukowski, Carmelo Bene e centinaia di altri...).
E' così, ad esempio, che arriviamo a Timothy Treadwell, un giovanotto californiano mezzo psicopatico che si isola per ben 13 anni (dal 1990 al 2003) in un parco nazionale dell'Alaska per vivere, accudire e proteggere gli orsi Grizzly dai bracconieri e dalle forze forestali.
"Armato" solo di una telecamera, in perfetta solitudine, realizza quasi 100 ore di film per video-documentare il suo credo, la sua filosofia di ambientalista, convinto di "essere amico insostituibile" di questi pachidermi pelosi che di lui, delle sue teorie e dei suoi sproloqui - come il triste epilogo ci insegna - se ne sbatteranno altamente le palle.
Tant'è che nell'ottobre del 2003 verrà sbranato (lui e la sua fidanzata) proprio da uno di questi orsi tanto carini e indifesi.
Cento ore di riprese auto-celebrative (con lui che parla di sé rivolto alla telecamera, con momenti di vita quotidiana degli orsi in sottofondo) che il regista tedesco Werner Herzog ha ritrovato, tagliato, montato e rimaneggiato (le riprese originali sono perlopiù le testimonianze di parenti e amici del folle Timothy) per restituirci 1 ora e mezzo abbondante di un docu-film a tratti interessante ma il più delle volte noioso e rindondante.
Si capisce fin da subito che questo Treadwell è uno squilibrato, che si crede un giustiziere invincibile della causa degli orsi.... e molto probabilmente si crede un "orso" pure lui (anzi, se non erro lo ammette pure in un passaggio). Un documentario che, pur raccontandoci lo spirito etico ed animalista in contrapposizione alla violenza degli uomini, alla fine celebra in maniera sopravvalutata le gesta di una persona con manie di grandezza e con una gran voglia di rivalsa verso il mondo, incapace di reinserirsi nella società, incapace (probabilmente) di amare qualcuno e, non ultimo, incapace di creare un rapporto "sano" tra questi orsi e l'uomo, fatto di doveroso distacco anche nel rispetto dei rispettivi territori. Non ci sono riusciti in 5000 anni le popolazioni canadesi indigene e adesso arriva il giovane idealista californiano e "zac".... è arrivato Mister Ghepensimi!
Insomma: film bello e scorrevole per mezz'ora abbondante, ma poi ....troppo lungo e dispersivo.
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