Mi è sempre piaciuto scovare artisti o gruppi poco conosciuti in generi altrettanto poco esplorati. Forse perchè i grandi di ogni genere, nel bene o nel male li hanno ascoltati quasi tutti, mentre altre realtà ugualmente valide, ma relegate ai margini del mercato discografico non hanno mai avuto la forza o i mezzi per poter emergere. I While heaven wept, band statunitense di doom metal, fanno parte di questa ultima schiera e sebbene abbiano più volte dimostrato la propria straordinaria verve musicale, non sono mai riusciti a farsi conoscere più di tanto. Per questo motivo ho deciso di utilizzare proprio questo sito per far assaporare la loro musica a qualcuno che non la conosca.
Mi scuso per la premessa ma la ritenevo assolutamente importante. Passando a parlare del disco in questione, salta subito all'occhio una copertina abbastanza emblematica della musica contenuta nel platter. Un sound classico, che prende spunti dai codificatori del genere (Candlemass) in primis, pur con alcune piccole variazioni, a partire dall'incredibile carica emotiva delle quattro tracce. Episodi emblematici della proposta dei While heaven wept, che riescono a mescolare con sapienza l'elemento melodico e drammatico con quello più puramente heavy. Inoltre si comprende la grande potenza e l'ottimo lavoro svolto dalla band, se si calcola che Sorrow of the angels è il primo album in studio dei tre statunitensi, quì ancora in formazione "rimaneggiata" prima di diventare gli odierni sei membri.
La disperante nenia iniziale "Thus with a kiss I die" ci enuncia il credo musicale della band: un ritmo asfissiante ma allo stesso tempo "arioso" ci trasporta nell'oscuro mondo riflesso nella copertina. Ruolo fondamentale nella delineazione di tutto ciò è quello svolto dalla voce del singer Tom Phillips (che ha curato anche la chitarra e le tastiere), che grazie alla sua clean vocal straziante, non fa altro che ampliare quella carica emotiva sprigionata fin dall'inizio dai vari strumenti. Una voce che fin da subito mi ha ricordato quella di Pat Walker dei Warning, altro gruppo fondamentale nell'underground di questo genere (e di cui vi segnalo il bellissimo "Watching from a distance"). Un pezzo strabiliante che dopo la prima parte, si scatena in un crescendo strumentale in cui troviamo rallentamenti, soluzioni atmosferiche e di nuovo improvvise colate di doom classico.
Di notevole fattura anche la successiva "Into the wells of sorrow": un inizio soffice con una dolce chitarra ci trasporta verso lidi più prettamente heavy/doom, dove si rimane incatramati nel giogo tra chitarra e voce. Non bastano gli ultimi secondi di apparente calma per riappacificare l'animo dell'ascoltatore, ancora sconvolto da tanta pressante sentimentalità, che di nuovo con "The death of love", raggiunge vette altissime. Dopo questi ulteriori nove minuti di "sofferenza musicale", si può finalmente respirare soltanto con la conclusiva "September", brano atmosferico dalla breve durata. In esso si susseguono e si rincorrono le candide note di una chitarra acustica che ha il compito di abbandonarci dopo circa quaranta minuti di pregevole musica.
Spero di aver invogliato qualcuno ad approfondire la loro conoscenza, ben sapendo di aver trattato un disco e una band "difficile" dal punto di vista della proposta musicale. Posso comunque affermare con certezza che nonostante un minutaggio evidentemente ostico, i quattro pezzi contenuti nel cd sono di assoluto livello compositivo e rappresentano un'ottima summa di doom metal classico.
Notevole.
1. "Thus With A Kiss I Die" (16:58)
2. "Into The Wells Of Sorrow" (9:44)
3. "The Death Of Love" (9:57)
4. "September" (2:21)
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