Un letto sfatto. Tutto ciò che rimane di lei è un letto sfatto. Se mi sdraio e annuso il cuscino, posso sentire ancora il profumo dei suoi capelli, della sua pelle. Ora, alle tre di notte, non posso far altro che starmene in piedi ad osservare la città silenziosa dalla finestra.

La voce suadente e filtrata dei Whirr mi dilania il cuore, le chitarre che sembrano andare al rallentatore mi sconvolgono. Ascoltare le quattro lunghe tracce di "Around" è come fluttuare nell'oscurità del cielo senza stelle. Shoegaze e post rock si amalgamano, si fondono in un'unione d'amore e di passione. Anche noi eravamo così, sempre uniti, abbracciati l'una all'altro. Inseparabili.

Nella mia stanza risuona, potente e sferragliante, "Drain". Qui la furia dell'ex chitarrista dei Deafheaven si fa sentire, desolante e rabbiosa. Fuori tutto tace. Posso vedere la strada in lontananza, che sembra un fiume rosso da una parte e bianco dall'altra. Auto che viaggiano veloci senza sapere che io le sto osservando. Autisti e camionisti ignari che da quassù posso guardarli mentre se ne vanno via veloci. Vieni qui da me, ho freddo mi avrebbe detto lei se le cose fossero andate diversamente. Vieni qui dammi il tuo calore. Quanto era bello stare disteso al suo fianco e osservarla mentre dormiva. Era stupenda, con le sue labbra carnose e rosse, i suoi lunghi capelli neri e quelle efelidi sul naso. Quanto mi piaceva leggere per lei alcuni passaggi del romanzo di Kundera, "L'insostenibile leggerezza dell'essere" e sentirmi dire da lei hai una voce sexy, dovresti fare il doppiatore. Torna da me, penso ora mentre vengo avvolto dal suono rotondo e dai tratti noise di "Swoon". Torna da me, ti prometto che stavolta andrà meglio. Prometto che tutto sarà più bello. Non ho sonno, e dieci piani sotto di me ci sono poche persone che vagano solitarie. Persone che come me non riescono a dormire, o semplicemente non vogliono chiudere gli occhi. Sognare sarebbe come farsi del male, sognare lei mi distruggerebbe.

Scorgo in "Keep" uno stile che somiglia alla band del mio migliore amico, uno stile vicino ai My Bloody Valentine e ai Mogwai, e la mia mente torna indietro a gennaio, quando andammo al loro concerto in centro. Era freddissimo, dentro al locale quasi nessuno. Io e lei seduti ad un tavolino con una pinta di Guinness tra le mani ad applaudire e incitare i nostri amici che suonavano, e che in fondo non erano neanche male. È stato proprio il chitarrista, mio amico d'infanzia, a consigliarmi questo disco. Sentirai che bomba, mi disse. E in fatto di musica ha sempre ragione. Questi Whirr sono dannatamente bravi. Apro il portatile e vado su Facebook. Vorrei cancellarmi, fu lei ad insistere che mi iscrivessi e io lo feci anche se controvoglia. Cerco la sua pagina personale e leggo il suo ultimo post: grazie amore per la giornata meravigliosa, sei stupendo. Sotto un solo laconico commento di un tizio che non conosco. Ti amo, ha scritto. Chi cazzo è questo? Colpisco così forte la tastiera da farmi male alle mani. Torno a guardare fuori dalla finestra. I lampioni tutti in fila sembrano dei soldati arancioni venuti a prendermi. Rinchiudetemi da qualche parte, lì starò meglio. Non voglio più vedere questo letto, questa stanza. Stringo i pugni, le nocche diventano bianche e le unghie si conficcano nel palmo della mano.

L'album dei Whirr finisce com'è iniziato, con il dream pop dalle venature dark nella lunga "Around". Una canzone romantica e triste, lenta e soffice. Esco di casa, ho bisogno di aria. Mi faccio tutte le scale a piedi, i miei passi riecheggiano nel palazzo. Fuori l'aria è fresca, comincio a camminare. Voglio dimenticarla, voglio andare oltre e ricominciare di nuovo. Anzi, devo. Nessun bar aperto a quest'ora. Tutti dormono, tutti se ne stanno accanto alle loro donne, o ai loro uomini. Io, solo, infilo le cuffie nelle orecchie. Faccio ripartire il disco dei Whirr da capo, ancora una volta. La musica alla fine è la mia unica ancora di salvezza, l'unica cosa che non mi fa impazzire, che mi tranquillizza. Prendo il cellulare e mando un messaggio al mio amico. Grazie per avermi fatto conoscere i Whirr, gli scrivo, sono dei grandi. Invio. Poi scorro nella rubrica tutti i miei contatti. Eccolo, il suo nome. Lei è ancora lì. Elimino il suo numero. È ora di ricominciare tutto dall'inizio, è tempo di lasciarsi alle spalle il dolore e ripartire da qui. Non si può mai sapere quando, all'improvviso, qualcuno entra nella tua vita e ti fa innamorare. Proprio come la band che sto ascoltando, piombati nella mia vita all'improvviso, per puro caso. 

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