Ci sono etichette che da sole rappresentano un suono o un genere.

Mi vengono in mente la In The Red per il garage dai '90 in poi, la Kranky per il post rock, la Island nei 70 per il reggae, ma gli esempi sono molteplici. Nell'ambito psichedelico degli ultimi 15 anni, un posticino d'onore sarebbe da riservare alla Holy Mountain.
Già il nome, chiaro rimando al film La Montagna Sacra di Jodorowski, di per sé bello visionario, chiarisce gli intenti dell'etichetta. Intenti confermati da un portfolio di gruppi tendenti al fuori di testa: in ordine sparso sono passati Six Organs Of Admittance, Residual Echoes, La Otracina, e molti altri. Ultimi, ma per questo non meno validi i White Manna, che pubblicano un secondo album ancor più riuscito del già interessante predecessore.

Quasi invariata la ricetta vincente, a base di ritmi ipnotici, chitarre in delay (qualcuno ha detto Spacemen 3?), e voci effettate, condivisa da molti altri gruppi di odierna psichedelia, un nome su tutti i Wooden Shjips. Ma i ragazzi calcano di più sui volumi e le chitarre, partendo spesso per viaggi psico interstellari tipicamente Hawkwind (“Ascension” e l'iniziale “Transformation”) e non disdegnando i tour de force mantrici (“Illusion Of Illusion”). Inoltre hanno il merito di infilare furtivamente una bella cover dei Deviants, di cui stravolgono il blues iperacido del classico “I'm Coming Home” in una cassa dritta accompagnata da un assalto di chitarre spaziali.

Nel genere già una sicurezza.


  • proggen_ait94
    27 dic 13
    Recensione: Opera:
    copertina rappresentativa. li vojo
  • Lao Tze
    27 dic 13
    Recensione: Opera:
    i CD della Island sono fra quelli che riconosco già solo dalla costola... come quelli Polydor o quelli con la costola rosso-blu della London-Decca (blues inglese anni '60, tipo John Mayall, Savoy Brown etc)... curioso che quella che sarebbe diventata l'etichetta principe del reggae l'aveva in realtà fondata un bianco della media borghesia inglese. Poi si potrebbe aggiungere la Enigma per il Paisley Underground, e poi vabbè, le arcinote, tipo Vertigo per il prog... dei White Manna poi l'ho sentito, l'OMONIMO - quello che hai recensito sempre tu. Bello. Ricordo però che ai tempi non era piaciuto, a qualcuno. Va da sé che mi sento anche questo, e si comincia con la cover dei Deviants che mi sa tanto che è una delle POCHE cover, di Farren & Co, che abbiano un loro perché.
  • GIANLUIGI67
    27 dic 13
    Recensione: Opera:
    non conosco il gruppo, ma ha tutte le caratteristiche per interessarmi .

Ocio che non hai mica acceduto al DeBasio!

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