Un urlo straziante, profondo, disperato si leva dagli androni funesti del music-biz: Whitney Houston, neanche alle soglie dei 49 anni, scompare in una stanza d'albergo di Beverly Hills. Sola, disperata, intossicata da troppe sostanze "materiali" e da un altrettanto greve macigno morale che da più di un decennio tormentava una delle più sopraffine voci del pop. Lasciando a social networks e media audiovisivi generali i soliti pedanti rituali che normalmente vengono proposti alla massa commossa e in lacrime, un mix di loto, oppio mediatico ipocrita e fasullo sciorinato con programmazioni tv dedicate al neo-defunto/a (perdonatemi l'espressione) ed altre tecniche di sciacallaggio speculatorio post-mortem, intendo dedicare ad una altra stella che se ne va una semplice recensione, non proprio un epitaffio letterario, lungo,pedante e didascalico.
Con la morte della Houston viene ulteriormente ridotto il relitto, seppur ancora rifulgente, dei mitici eighties: odiati al fulmicotone o amati alla follia, terribilmente contrastanti o maledettamente anonimi, ricchi di idee oppure poveri di inventiva, il decennio degli Ottanta ha pur sempre rappresentato (e continua a rappresentare) un notevole bagaglio di suoni, colori e umori. All'interno di un contesto mainstream ancora acerbo, se paragonato al carrozzone di marketing odierno, fra i passi di Moonwalk di Michael Jackson e gli scandaletti ancora "innocenti" di Madonna, si affermava repentinamente Whitney e la sua piacevole dialettica musicale fra romantiche ballad strappalacrime e canzoncine funky-danzerecce, tutto ascritto in un background perfettamente 80s. E il secondo lavoro in studio, battezzato semplicemente Whitney, elevava all'unisono questa ubriacatura "ottantesca" di cuori infranti e scarpette da pista da ballo.
Lontana dall'irreversibile crisi di fine millennio, poco più che giovincella appena uscita dal tipico concerto gospel natalizio, la Houston andava a smorzare gli antipodi dei suoi colleghi più affermati, proponendo un'immagine eterea e verginea, moderata e rilassata (forse un po' troppo, a dire la verità), concretizzata audiovisivamente nello spirito pop più genuino, scevro di eccessi, esagerazioni, stravaganze simil-MTV. Ed ecco, dunque, il simpaticissimo teatrino funky-dance della celeberrima I Wanna Dance With Somebody (Who Loves Me), la nostalgica spensieratezza quasi adolescenziale di Love Will Save The Day, il ballabile connubio pop-rock di So Emotional, l'atmosfera doo-wop da cabaret in Love Is A Contact Sport. Ma anche l'ascendente pathos da colonna sonora di Didin't We Almost Have It All, la soffice leggerezza di Where You Are, l'innocenza (smarrita) in Where Do Broken Hearts Go, il soul lento e denso di Just The Lonely Talking Again. Brani squisitamente pop, confezionati per essere assorbiti da un potenziale gruppone di fans sfegatati, senza troppe pretese di profondità musicale e/o letteraria, tuttavia semplici, puri, genuini, "fatti bene", ottimi nel loro (spesso inflazionato) genere.
Cosa resterà di questi anni '80, cantava un noto personaggino nostrano, probabilmente intristito per la fine del suo decennio preferito. A venti/trent'anni di distanza da quegli anni, rimane troppo e troppo poco. Permane (anzi, risorge) lo spirito frivolo e disincantato delle charts dell'epoca, di lustrini e colori sgargianti, la disco revival, gli artisti odierni che si cibano (e fanno indigestione) del mood 80s, spesso stravolgendolo e ibridandolo con le aberrazioni dei Duemila e post-Duemila. Ma se ne vanno i veri protagonisti, improvvisamente maestri di stile e musica, inadatti a superare il gap fra ieri e oggi, sperduti in un remoto di fasti che si pensa inutilmente di poter recuperare, far rinascere a mo' di Araba Fenice, impacchettare in una flebo di idee utili ad un contesto mainstream autoreferenziale, arido e vuoto.
Requiem.
Whitney Houston, Whitney
I Wanna Dance With Somebody (Who Loves Me) - Just The Lonely Talking Again - Love Will Save The Day - Didn't We Almost Have It All - So Emotional - Where You Are - Love Is A Contact Sport - You're Still My Man - For The Love Of You - Where Do Broken Hearts Go - I Know Him So Well
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