Cosa mi ha insegnato la vita? Che gli errori, anche quelli grossi, e le debolezze, che spesso sono la principale causa di questi errori, a volte sono una benedizione. Sbagliando possiamo correggere il tiro, deragliando possiamo tornare a viaggiare su binari ancora più sicuri.
Ad oggi, buona parte della popolazione mondiale che conosce un minimo Willard Carroll “Will” Smith Junior, lo sta ancora giudicando per lo schiaffo propinato a Chris Rock in mondovisione sul palco del Chinese Theatre. Un gesto che anche il sottoscritto ha trovato fin da subito fuori luogo, esagerato e non condivisibile. Ma comprensibile, se analizzato a fondo e con un occhio realmente umano. Quello che Will Smith ha fatto, però, non ha cancellato e non cancellerà ciò che è impresso sulle oltre quattrocento pagine della sua autobiografia ufficiale “Will. Il potere della volontà”.
Seguo Will da sempre. La mia passione è sbocciata appena prima della nascita di quella che ad oggi è, a mio avviso, (e non solo mio), la sitcom più divertente degli anni Novanta: Willy il Principe di Bel Air (The Fresh Prince of Bel Air). Conoscere la musica di DJ Jazzy Jeff & the Fresh Prince mi ha consentito non solo di capire il gioco di parole proprio del titolo della trasmissione televisiva ma anche di entrare nel mondo di Willard tramite la porta sul retro.
Ho letto questo libro due volte, prima nella mia lingua e poi in quella originale (cosa abbastanza complessa quanto istruttiva, anche per la presenza di slang), proprio perché mi ha stregato il suo significato. Non parliamo di un romanzetto pronto per diventare uno dei tanti film riempi sala ma del racconto di cinquant’anni di vita, proposti senza alcun filtro e in tutta la loro essenza. Una vita che sembra una giostra dalla quale nessuno vorrebbe mai scendere ma che gira talmente veloce da darci le vertigini.
In queste pagine ho trovato tanto di me, della mia vita, delle mie decisioni e anche (e soprattutto) della mia forma mentis. Inutile dire quanto sia affascinante poter entrare così nel profondo del vissuto di un personaggio pubblico che ha accompagnato la nostra vita dall’adolescenza all’età adulta e rendersi conto di avere pensieri comuni a vari livelli.
La povertà, poi la sfrenata ricchezza, il rapporto con un padre violento e segnato dalla vita ma comunque influente nei sui insegnamenti, con una madre carismatica e combattiva, che subisce ma non si piega mai. Il vissuto con i fratelli, diversi tra loro ma importanti alleati. North e poi West Philly, l’amicizia con Jeffrey Allen Townes a.k.a. DJ Jazzy Jeff, nata per caso e divenuta poi rapporto fraterno. Il successo con il rap, che vale doppio, perche arrivato dopo fatiche e scivoloni e quando nessuno conosceva ancora quella cultura fatta di rime, nate in luoghi dimenticati da Dio. L’incontro e il rapporto speciale con Quincy Jones prima e Benny Medina poi, a tracciare un solco sempre più profondo, nel quale sarebbero poi state costruite le fondamenta di una carriera incredibile.
Un figlio in giovane età, la separazione, poi un nuovo travolgente rapporto con Jada Pinkett, che gli darà a sua volta due figli. Il tutto mentre il fiume in piena di una carriera in crescita rischiava di far perdere la rotta e che invece non ha impedito di creare una grande famiglia allargata.
E’ raccontato tutto per filo e per segno, senza cali di ritmo, senza noia e senza farci appoggiare il libro sul comodino in assenza di una riflessione quotidiana. E’ difficile parlare di un libro senza cadere nella trappola dello spoiler, pertanto non mi dilungherò oltre rischiando di svelare pericolosi dettagli.
Ciò che possiamo dire e che non va oltre la rivelazione fatta dalla sinossi, è interamente riferito al filo conduttore. Si può essere ricchi, famosi, appagati e strapagati, nonché apparentemente realizzati. Ma se chi ci è intorno e ci vuole bene si sente vittima della nostra perfezione, meticolosità e totale dedizione al lavoro, sta solo a noi renderci conto dell’imminente ammutinamento che stiamo subendo. Questo è il punto zero, la banchina dove si attracca dopo aver navigato in un mare in tempesta, in preda alla frustrazione perché convinti della sola esistenza di acque piatte e tranquille. E’ l’inizio di un lungo viaggio interiore, che sembra non avere mai fine ma che ci farà capire che la felicità è reale solo se condivisa.
Al di là del numero impressionante di copie vendute (record di un milione stimato a febbraio 2022), il successo di questo libro è stato decretato dalla qualità dei suoi contenuti e dal segno che ha lasciato a distanza di più di un anno dalla sua pubblicazione. Io ne sto parlando ora dopo diversi mesi dalla sua seconda lettura e questo perché mi è rimasto dentro. Personalmente oggi sono sereno dopo aver vissuto un periodo difficile e sto ancora portando avanti a mia volta un importante viaggio interiore, che mi sta cambiando e dando soddisfazioni. Auguro a tutti di poterle vivere in prima persona queste soddisfazioni, non senza aver sbagliato. Come consiglio a tutti la lettura di questa autobiografia. Farlo non sarà sicuramente un errore da correggere in qualche modo.
“I’m a work in progress” è il mantra di Will Smith. Ed è anche il mio.
Perché nella vita non si smette mai di imparare. E di crescere.
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