LA MUSICA DEL GHETTO, SUI SEDILI DI UNA 'LIMO'
Nato a Philadelphia nel 1968, da una famiglia agiata, Will Smith è uno degli attori più sulla cresta dell'onda di Hollywood. Dinventato celebre ai più per l'interpretazione del protagonista della divertentissima serie televisiva 'Willy Principe di Bel Air'; nella quale indossava i panni di un personaggio irresistibile ed irriverente. Sicuramente il ruolo che più gli è calzato a pennello, con il quale era veramente fenomenale, perchè indossava una maschera non dissimile da quello che egli stesso era nella realtà.
Forse non tutti sanno però che Will ottenne la sua prima celebrità proprio grazie al rap. In sala d'incisione fin dai 12 anni con il nome di 'Fresh Prince' e coadiuvato dall'amico dj ' Jazzy Jeff' (che collabora anche in questo album), a 18 anni è già una star affermata (con 2 dischi di paltino in saccoccia).
"Willennium" è del 1999, un album contenente 15 tracce tutte più o meno estremamente orecchiabili e leggerissime. Il tutto sembra perfetto come colonna sonora di una sfarzosa festa di star 'Hollywoodiane'. Fra atmosfere festanti ed allegrissime 'Willone' si crogiuola in un sound rap elegante e lussuosissimo, con un mixaggio di prima classe, che molti altri rapper non si sognerebbero nemmeno. Ma ciò che manca al lavoro è quella forza ispirativa musicale dirompente, che ha caratterizzato questa musica fin dai suoi albori e che l'ha resa grande. In effetti tutto questo alla musica di Smith è sempre mancato.
Dov'è la rabbia? Dove è la voglia di ugualianza tanto acclamata, che unisce il popolo nero? Dove sono le urla disperate per i disagi della vita nel ghetto ? Di certo non fra le tracce dei lavori di Mr. Smith, ma nemmeno fra quelle di molti suoi colleghi che una volta diventati dei 'Paperon De Paperoni' grazie alla musica ed allo spettacolo, hanno perso il loro ' movens' ispirativo, che trainava le loro composizioni verso una direzione vincente. D'altra parte il nostro 'Big Willy' questa energia proveniente dal disagio dei bassifondi non l' ha mai conosciuta.
La canzone trainante è "Wild Wild West" (colonna sonora del film omonimo), che utilizza come base le note della celeberrima "I Wish" di Stevie Wonder. Così quello che era un pezzo soul travolgente ed energico viene trasformato in un rap piatto e ripetitvo. Il resto del disco non si discosta più di tanto da questo standard, proponendo pezzi allegrissimi e facili facili, che non dispiacciono, ma che si dimenticano subito: "Will 2k", "Freakin'It", "La Fiesta", "Pump Me Up". Pur riconoscendo le capacità vocali ed il simpatico carisma di Willy, che devo riconoscere essere molto capace ed a suo agio nell' interpretare questo tipo di musica, come ci si aspetta giustamente da un 'enterteiner' consumato. Non tutto è da buttare, segnalo infatti "No More" traccia lenta e soffice, un rap dolce, delicato e stranamente (vista l'atmosfera di estrema gaiezza che pervade il disco) malinconico.
Peggiore del precedente "Big Willie Style" (1997), ma più rappresentativo di quello che questo genere musicale sta diventando per molti artisti neri. La colonna sonora, spensierata e gioiosa, di una vita sfarzosa ed idilliaca, nella quale Smith si ritrova pienamente da molto tempo. Ma dove certamente non si può ritrovare la maggioranza dei 'fratelli delle metropoli americane', abituati a vivere fra problemi ben distanti dalle feste e dai copioni 'Hollywoodiani'.
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