Il primo loop dura circa 7 secondi e 5 decimi: in un minuto il loop viene ripetuto circa 8 volte; la prima traccia di questo cd dura 32'38", quindi il loop viene ripetuto circa 260 volte.
Il secondo loop dura circa 8 secondi e 25 centesimi: in un minuto il loop viene ripetuto circa 7 volte; la seconda traccia di questo cd dura 41'53", quindi il loop viene ripetuto circa 300 volte.
Questa è la musica offerta dal texano William Basinski in "The Disintegration Loops II", secondo capitolo della saga dedicata allo sgretolamento del suono e alla sua commovente permanenza nella memoria. La storia è nota ma vale la pena di rievocarla: nell'agosto e settembre 2001, Basinski si mette al lavoro su registrazioni su nastro magnetico, vecchie di oltre vent'anni, che stavano perdendo in qualità sonora. Egli prova a salvarle in formato digitale ma i nastri si sbriciolano e ciò che viene conservato alla fine è la cronaca della loro graduale dissoluzione.
Così, in "The Disintegration Loops II", uscito nel 2003, assistiamo alla lenta agonia del suono: sia nella prima traccia, laconicamente intitolata "dlp 2.2", dove un unico suono ripetuto in ciclo mostra già dopo 20 minuti i primi segni di cedimento; sia nella seconda, "dlp 3", dove un loop un po' più articolato, basato su tre suoni, manifesta i sintomi della sua malattia, prima in maniera appena percettibile, poi sempre più drammatica.
Il commento sonoro di sottofondo è sempre discreto: qualche tastiera, qualche sonorità nel registro grave, qualche impulso percussivo. Ma la genialità di William Basinski sta nell'aver costruito un'immagine sonora apocalittica, come è suggerito dalle copertine di questa serie di cd che ricordano i fatti dell'11 settembre 2001, regalandoci una metafora musicale della condizione umana.
post scriptum
Mi è capitato di scrivere questa recensione a mano, con carta e penna, in una biblioteca. Mentre scrivevo, la penna ha esaurito l'inchiostro: allora sono sceso in portineria e mi sono fatto prestare una matita per completare la recensione. Quando ho finito e me ne sono andato via, sollevato, non ho potuto fare a meno di ripensare alle analogie tra quell'imprevisto e la dolorosa serenità di questa musica quieta e malinconica.
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