Il blues, c'è chi lo ha ...

e c'è chi lo è. Io sono il blues.

Beh, qualcun altro potrebbe accampare delle pretese, Robert Johnson ad esempio.

Robert Johnson chi?

Magari anche essere meno pretenzioso, però.

Sono chicagoano, è la mia natura.

Sei Chicago, oltre che il blues?

È la città ventosa non per niente, perché il vento soffia come in nessun altro luogo al mondo e perché è tale il chicagoano purosangue, pieno di sé e di aria, smargiasso e menavanto.

Deve girare bella gente per le strade di Chicago.

Vero, sia quando soffia il vento sia quando non si muove foglia, è la natura.

È naturale per te essere il blues?

Certo. Ma il blues ciascuno se lo porta dentro. Hai letto la Bibbia e della creazione dell'Uomo? È scritto nella Genesi che Dio creò l'Uomo, e l'Uomo in principio era solo e triste.

Senza scomodare l'Altissimo, dicevo in termini profani, il mio è un interesse prettamente musicale.

Ascolta, il blues sono le radici e tutte le altre forme di musica sono i frutti. Le radici vanno preservate affinché diano buoni frutti. Il blues sono le radici di tutta la musica e finché ci sarà musica, ci sarà il blues.

Quindi, chiunque faccia musica è il blues?

Può essere, anche quel tale che citi all'inizio potrebbe esserlo, se fosse un musicista.

Ormai è defunto.

Sono defunto pure io, se è per questo; rimane il blues, però.

Io suono la chitarra, anch'io sono il blues.

Calma, ci vuole ben altro per essere il blues.

Tu cos'hai più di me, per esserlo?

Tu conosci il blues?

I rudimenti, quelli sì.

La canzone blues per antonomasia, nella tua modesta ed insignificante opinione?

«Hoochie Coochie Man», nessun dubbio.

Io sono il blues, per l'appunto.

Non assomigli a Muddy Waters.

Se è per questo non assomiglio neppure a Bo Diddley o Howlin' Wolf, tanto meno a Koko Taylor. Però ho questo talento innato di saper vestire i loro panni e quelli di tanti altri, rimanendo sempre me stesso. E a mio piacimento creo per loro abiti su misura, opere di pregevole ed alta sartoria.

Sempre metaforicamente parlando, non dovrebbe essere il sarto a lodare l'abito.

C'è una ragione se nessuno ha mai smesso i miei abiti ed ancora oggi sono indossati con stile. Fuor di metafora, intendo e ribadisco che il blues è più di un abito, è la nostra pelle, anche la tua, capisci? L'uomo è onnipotente ma incapace di vivere pacificamente, a causa del male, dell'ignoranza e della stupidità: di questo trattano le mie canzoni, di questo tratta il blues. Di più, questo è il blues, un documentario del passato e del presente, utile ad ispirare per il futuro. Solo chi non ha mai vissuto tutto questo sulla sua pelle, solo lui non è il blues.

Insomma, il blues sono i fatti della vita espressi in parole e musica, ispirazione e sentimento, comprensione. Qualcosa che travalica la singola canzone. Intendi questo?

Inizi a capire.

Ho letto la tua biografia, sono parole tue, non è farina del mio sacco. Però resto ancora dell'idea che autoproclamarsi il blues è da sbruffone.

Guarda questa foto, ti sembro uno sbruffone?

No, al contrario, mi trasmette la medesima sensazione di paciosa bonomia di Ella e Louis sulla copertina del loro disco.

Ecco, loro due hanno il blues e lo sono pure. Comunque no, non sono uno sbruffone però mi piace atteggiarmici, per divertimento. A te non capita mai?

Altroché, mi hai quasi convinto. Prova anche a convincermi dell'utilità di «I Am the Blues».

Ti piace?

È tra i miei album blues preferiti.

A qualcosa è utile, allora.

Seriamente.

Sono convinto che una mia pessima versione di una mia canzone sia sempre migliore di un'ottima versione di qualcun altro.

Sbruffone.

Addio.

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