Naaa Nananana Nananana Nanana Nana Nananana! Se fossi un recensore ermetico, potrei chiuderla così.

Il nome dell’artista, dei musicisti e la presenza di almeno due classici senza tempo tra le 12 tracce dovrebbero completare le informazioni necessarie per indurre il lettore all’ascolto dell’opera. Ma c’è qualcosa in più che merita di essere commentato e che rende quest’album una pietra miliare nella storia della musica.

“Ehi, ehi, ehi, dimmi Wilson Pickett

Ehi, ehi, ehi, dimmi tu James Brown

Questa voce dove la trovate?”

Così cantava Nino Ferrer nel 1968 (“Vorrei la pelle nera”) e, in effetti, i due sono tra i protagonisti del genere Soul dei ’60, insieme a gente del calibro di Sam Cooke, Otis Redding, Aretha Franklin, Solomon Burke, Smokey Robinson e Ray Charles. Sulle fondamenta da loro edificate, arriveranno nuovi maestri come Marvin Gaye, Bill Withers e Sly Stone, abili nell'aggiornare la formula classica del soul alle suggestioni politiche, sociali e sentimentali di inizio anni Settanta, ma questa è un’altra storia.

E, se nel caso di Brown, molteplici sono le prove che ne hanno fatto una leggenda, per il ragazzo di Prattville – Alabama, un lavoro si erge su tutta la produzione a conferma della spettanza di un posto nell’olimpo della musica dell’anima: “The Exciting Wilson Pickett”.

Nonostante il successo raggiunto nel mercato dei singoli, nel 1963 con “If You Need Me” e “It's Too Late” e nel 1965 con “In The Midnight Hour”, i due precedenti album hanno deluso le aspettative, tanto che la title track del secondo album troverà nuovamente spazio nel terzo lavoro di cui stiamo scrivendo.

Pubblicato dalla Atlantic Records nell'agosto del 1966, contiene numerosi brani pubblicati come singoli ed entrati nelle classifiche statunitensi di rhythm and blues e di pop, ovvero di musica ascoltata dai neri e dai bianchi perché, all’epoca, i due circuiti erano nettamente separati. Ma la storia stava cambiando le cose anche se, quella che oggi viene chiaramente percepita come una rivoluzione, all’epoca era un fenomeno quasi inconsapevole per gli artisti che ne furono protagonisti.

Ma c’è di più, l’opera si caratterizza per essere tra le prime produzioni con un cantante di colore e musicisti perlopiù bianchi, ma andiamo con ordine.

Pickett iniziò le registrazioni alla Stax di Memphis nel maggio del 1965 e, fino a dicembre, completò le prime cinque tracce del lato B, tutte composizioni originali che aveva scritto in collaborazione con Eddie Floyd, Steve Cropper, Homer Banks e David Porter. I musicisti impiegati sostanzialmente sono i componenti di Booker T. & the M.G.'s ma senza Booker T e con Isaac Hayes al suo posto (ergo, due bianchi e due neri).

Per le successive sessioni, Pickett non sarebbe ritornato alla Stax; il proprietario dell'etichetta, Jim Stewart, non consentì più produzioni esterne dal dicembre 1965. Fu così che Jerry Wexler (uno dei produttori dell’opera) portò Pickett in uno studio di registrazione ricavato in un magazzino di tabacco riadattato nella vicina Muscle Shoals, Alabama, i Fame.

Uno dei motivi del successo dei Fame, in un momento di forte concorrenza da parte degli studi di altre città, era che trascurava la questione della razza. Era un periodo pericoloso, ma lo studio era un rifugio sicuro dove neri e bianchi potevano lavorare insieme in armonia musicale.

In un primo momento, il ritorno in Alabama fu frustrante per Wilson che non aveva dimenticato le sofferenze patite da ragazzino ad opera della madre (!) che lo avevano portato a raggiungere il padre a Detroit nel 1955. Ma, come al solito, la musica mise tutto a posto ed il feeling con i turnisti (tutti bianchi, eccezion fatta per Andrew Love e Floyd Newman) della Fame non tardò a far passare tutto in secondo piano.

Probabilmente ci sono delle differenze nel suono delle due sessioni di registrazione ma un profano come me non può davvero dire quale canzone è Stax made o Fame made senza guardare le note in copertina.

Certo è che entrambi i team configuravano ensemble tra i più affiatati e, potenzialmente, in grado di rubare la scena al cantante di turno. Ma Pickett, con la sua voce potente ed una grinta spietata, marchia a fuoco le esecuzioni ed il risultato è uno dei più grandi dischi soul dell'epoca.

Facendo scorrere le tracce, ti accorgi che Wilson è sì un gentiluomo amichevole, ma che diventa alquanto nervoso se rimani seduto. Ha più l'anima di un rocker grintoso che di un tranquillo cantante Soul: può essere educato e parlare dolcemente con le donne, ma preferisce trascinare tutti in una frenesia danzereccia.

Anche se un paio di titoli sono nettamente più famosi (“Land of 1000 Dances” e “Midnight Hour”) non fatevi ingannare pensando che si tratti di un paio di successi in un mare di riempitivi: il disco è spaventosamente coerente e non concede un solo momento per farvi riprendere fiato.

Fino alla fine degli anni '70, Wilson Pickett costruì una carriera più che onorevole, anche se i suoi limiti innovativi alla fine prosciugarono il suo contenuto musicale.

Il suo impatto a metà degli anni '60 però è fondamentale per l’evoluzione non solo del Soul, ma della musica popolare in genere, anticipando quella commistione di artisti che saranno l’humus della futura produzione musicale non solo al di là ma anche al di qua dell’Atlantico.

Lato A

  1. Land of 1000 Dances – 2:23 (Chris Kenner) – Registrato a Muscle Shoals, Alabama, 8-11 maggio 1966
  2. Something You Got – 2:50 (Chris Kenner) – Registrato a Muscle Shoals, Alabama, 8-11 maggio 1966
  3. 634-5789 – 2:52 (Steve Cropper, Eddie Floyd) – Registrato a Memphis, Tennessee, 20 dicembre 1965
  4. Barefootin' – 2:16 (Robert Parker) – Registrato a Muscle Shoals, Alabama, 8-11 maggio 1966
  5. Mercy, Mercy – 2:25 (Don Covay, Ronald Miller) – Registrato a Muscle Shoals, Alabama, 8-11 maggio 1966
  6. You're so Fine – 2:30 (Lance Finney, Bob West, Willie Schofield) – Registrato a Muscle Shoals, Alabama, 8-11 maggio 1966

Lato B

  1. In the Midnight Hour – 2:29 (Wilson Pickett, Steve Cropper) – Registrato a Memphis, Tennessee, 12 maggio 1965
  2. Ninety-Nine and a Half (Won't Do) – 2:35 (Wilson Pickett, Steve Cropper, Eddie Floyd) – Registrato a Memphis, Tennessee, 20 dicembre 1965
  3. Danger Zone – 2:06 (Wilson Pickett, Steve Cropper) – Registrato a Memphis, Tennessee, 16 settembre 1965
  4. I'm Drifting – 2:49 (Wilson Pickett, Homer Banks, David Porter) – Registrato a Memphis, Tennessee, 20 dicembre 1965
  5. It's All Over – 2:17 (Wilson Pickett, Steve Cropper) – Registrato a Memphis, Tennessee, 16 settembre 1965
  6. She's so Good to Me – 2:15 (Bobby Womack) – Registrato a Muscle Shoals, Alabama, 8-11 maggio 1966
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