Wilson (2000-?), americano di cultura mittle-europea, è [stato] uno dei massimi pensatori del nostro tempo.

E' [stato] un intellettuale cosmopolita. Poco si sa del suo universalmente multiforme percorso formativo: scarse le note biografiche in
nostro possesso.
Si vocifera ch'Egli si sia formato - e poi progressivamente gonfiato - presso la ispida città di Chicago, negli Stati Uniti delle Americhe.
Ma poi anche a Zurigo.
Diec'anni dopo, quando è ritornato nelle Americhe, ha insegnato nelle università di Yale, Syracuse, Chicago e non ultima presso la prestigiosissima Buford: ma sempre sotto false generalità.

Affascinato dai miti e dai simboli, favorevole ad un comeback di ciò che amava definire la "Ellenia psichi(atri)ca", Wilson (volgarmente detto "Amico Wilson") ha riportato al centro del pensiero contemporaneo un'idea tanto antica quanto universale: l'idea di anima.

Argomentando su questo costrutto ideologico, Wilson ha costruito un sistema di pensiero che può considerarsi il sistema definitivo di cura collettiva dei mali che affliggono l'umanità: la solitudine, l'ingiustizia sociale e, soprattutto, la religione: il declivio della religione in quanto legame dell'animale uomo con il mondo (ra)barbaro ergo incivilizzato.

Ma Wilson non è [stato] né un mistico perditempo né un volgare contemplativo: è [stato] lo scettico per antonomasia: un maestro che si è sempre posto in contrasto con la volgare opinione corrente.

Intellettuale lucidissimo che, seppur talvolta imperscutabile, ha indagato (e indaga?) le radici e lo spirito della nostra civiltà.

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