Sicuramente il catatonico vociare femminile è ciò che mi ha affezionato ad alcuni di questi brani, e felicemente non nego certe similarità con gli Acid King, perché ciò non mi ha mai prioritariamente rispedito nei Busse Woods con un sonoro e deretanico calcio: Soma meritevolmente rimesta musiche in questo ormai noto brodo di jujube.

Orchard
Woodbine

La copertina aiuta, musica che si lascerebbe ben auscultare nella vecchia spelonca di fronte a muri di alberi; inoltre da qualche giorno è ottobre e figuro bene una foresta che sorride in stile gioconda con denti che cadono come foglie in autunno; un disco da catalogo memorabilia per certi rallentati suoni: se presenti, le variazioni tonali sono infinitesime lungo il tragitto, la cauta Evergreen esemplifica la cosa, ma è come aver raggiunto il crinale per poi franare alla maniera dell’arrivo, e si rotola più di quanto si salga, dato che dall’acustico climax il cartello segna ancora oltre 40 km; tutt’altro che languide, le distorsioni fluiscono come magma nella traccia conclusiva e forse senza forse rendono l’idea di una mega-yotta ridondante chiusura, alla maniera di una bestia da soma; e ci può star, aggiungerei.

Boleskine

Comunque, a parte i mmitici omonimi di Ricky Kasso, il cammino prevede gustose merende psichedeliche tra varie associazioni a Sleep, Conan, e Cough, per dirne qualcuno; vibrante, disteso, voci sovraincise, assoli riverberanti, e detta così sembra di esser sempre lì, ma probabilmente per il genere può risultare apprezzabile anche se privi di metallacea residenza; e per chi purtroppo per fortuna passeggia sovente nella nostalgia, certa musica è un po’ l’etereo padiglione. Nell'ultima decade di doom sicuramente un disco degno di nota.

LP

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