Drone. Non che personalmente ci faccia molto. Tra Sunn O))) e Earth il rischio di orticaria è sempre dietro l'angolo. Però è anche vero che se si cerca con cura, qualcosa di apprezzabile lo si trova nei calderoni che meno si confanno ai nostri gusti.
E' quello che pensavo quando ascoltai per la prima volta "Drawing of Sound" dei Windy & Carl: melodie che emergevano timidamente da una coltre di riverberi e feedback, composizioni lunghe ma fluide, voce femminile da sogno. Anche io potevo ascoltare drone, seppur shoegazerizzato e ammorbidito da litanie dream pop.
Ben impressionato da quel lavoro del 1996, quando ebbi l'opportunità di acquistare il presente "Depths" non indulsi oltre e cacciai fuori la moneta. Ero pronto a saltellare di nuovo sulle psichedeliche nuvole rosa del duo di Detroit, ma è evidente che non c'è errore più grande che estendere preventivamente (e indebitamente) l'idea che abbiamo di un'opera di un artista alla sua restante discografia... che ancora dobbiamo ascoltare. E si che già dal titolo si poteva intuire qualcosa. Niente nuvole rosa qui: solo tanta acqua, fondali marini con annessa fauna e un senso di mancanza d'aria una volta giunti ai quasi venti minuti della titletrack e ai quindici abbondanti di "Aquatica".
Chi resisterebbe trentacinque minuti sott'acqua senza respirare d'altronde?
Fortunatamente il lavoro non è solo una profonda apnea e tracce come "Sirens", "Undercurrent", "Set Adrift" e "The Silent Ocean" indicano che non moriremo affogati, ma moriremo di ricordi. Con "Surfacing" il nostro corpo inerme tornerà in superficie (e si, perché tanto di qualcosa saremo comunque morti), appena in tempo per lasciare un ultimo sorriso da ebeti a quelle nuvole rosa che stavolta ci guarderanno beffarde dal cielo, mentre Windy (o il Padre Eterno) biascicherà qualche parola incomprensibile accompagnando il nostro congedo terreno.
P.S.: st'estate niente mare.
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