Anno 1979. Un certo Paul James McCartney, voce e basso dei Wings, chiama a raccolta ciò che rimane del gruppo e un certo Chris Thomas, allora produttore nientedimeno dei Sex Pistols, già visto all'epoca del "White Album", opera di qualche anno prima di un gruppo di 4 giovanotti che si facevano chiamare Beatles.

"Back to the egg" è il canto del cigno di un gruppo, i Wings, che ha spopolato in tutto il mondo con tournè da capogiro e vendite da record. Giusto per non far pesare troppo il nome del singolo Paul (impresa mai davvero riuscita), questi invita alla festa gente che normalmente passa il tempo suonando nei Led Zeppeling, nei Pink Floyd, negli Who e negli Shadows, e li raduna in una sala di registrazione (Abbey Road studios, S.John's wood, Londra), abbastanza nota per altre circostanze che or ora non mi sovvengono...

Il risultato di tutto sto movimento, è un LP davvero di classe, privo di alcune debolezze tipiche della carriera solista di Paul James McCartney, ricco di spunti musicali interessanti assai e caratterizzato, soprattutto, da un sound molto moderno per l'epoca.

I brani migliori, guarda caso, a mio giudizio sono quelli più intimisti, senza i veri featuring pomposi. Mi riferisco a "Old Siam Sir", graffiante e cazzuta, e la tondeggiante "Arrow Through Me" (curiosità: totalmente priva di chitarre!), caratterizzate entrambe da una musicalità molto sperimentale e da una voce che non smette mai di stupire. Straziante ed emozionante l'inciso di "Winter Rose", e simpatica "Getting Closer". Considero personalmente una vera perla "Baby's Request", ballata swing scherzosa che trasuda una classe compositiva ed esecutiva da fare invidia.

Trascurabilissimo l'apporto di un Danny Lane (again again and again) che si affaccia al dimenticatoio del post-wings, e un po' leggeri altri brani, tra i quali salvo solo una "Spin it On" veloce e divertente ma troppo fuori target. Le canzoni ricche di partecipazioni sono "Rockestra Theme" e "So Glad to see you Here"; sicuramente interessanti e curiose per i nomi di chi le suona, ma a mio giudizio non riuscitissime.

Segnalo che il singolo che anticipa l'LP, "Goodniht Tonight\daytime Night Time Suffering" sarebbe da solo sufficiente a provare il momento di grazia di Sir. Paul, ispirato, divertito e divertente come nella parte finale degli sweet sixties.

L'album, accolto inizialmente in maniera  fredda dalla critica, ha meritatamente raggiunto riconoscimenti e dischi di platino in mezzo mondo. A mio parere si tratta di un progetto davvero riuscito,  tuttora molto ascoltabile, che spazia tra molti generi strizzando l'occhio al POP d'autore, come è ovvio che sia.

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