Degli americani Winter si hanno poche notizie. Famosi per questo album e per l'Ep allegato nella nuova edizione, per aver partecipato ad una compilation dell'etichetta Nuclear Blast e per pochissimo altro. Forse (ripeto: forse), il terzetto deve essersi riunito qualche anno orsono con lo scopo di suonare alcune date live, ma di materiale nuovo pare non ci sia traccia.

I tre doom metallers in questione provenivano da New York ed erano fanatici di Black Sabbath, Celtic Frost e Obituary. Death metal "lento", così la stampa definì ai tempi l'interessante proposta di questa formazione. Ascoltando il disco, però, si capisce che per fortuna c'è dell'altro! Il Death Metal primordiale di formazioni quali Morbid Angel e i già menzionati Obituary, infatti, era solo il punto di partenza per la musica contenuta in "Into The Darkness" e in "Eternal Frost".

Più interessanti, nel dettaglio, i riff Ultra-Doom che tanto dovevano ai Sabbath ma anche a quella malevola creatura elevetica, citata a inizio recensione, che tutto il metal estremo riverisce e considera come madrina: i Celtic Frost. Quando parlo dei Frost, attenzione, non intendo quelli di "Into The Pandemonium" né quelli del periodo più commerciale (il pessimo "Cold Lake" o "Vanity/Nemesis"). No. Quando parlo dei Frost intendo, sopratutto, "Morbid Tales" e il famosissimo "To Mega Therion".

Batteria e chitarre schiacciasassi che procedono alla velocità di un carro armato.

Canzoni soffocanti e marce, registrazione semi amatoriale, testi di denuncia sociale e dalla imprescindibile visione apocalittica tipica di ogni metal band che si rispetti. In tal senso segnalo la mastodontica "Goden", la cupissima "Destiny" e la più corta , ma non meno devastante, "Servant Of The Warsmen".

Tutto il filone Funeral-Doom, ma anche quello Doom-Gothic tanto caro ai vecchi Paradise Lost, paga un pesante tributo nei confronti dell'unica opera realizzata dai Winter nel lontanissimo 1990 (l'Ep è invece del '94). Cercate la nuova versione di quest'album e accattatevela senza tante domande. A parte il banale pacifismo dei testi, di derivazione Grind-umanitarista, la musica fa male come la peggior gettata di Napalm.

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