Maestoso.. ecco la parola che cercavo..

anche monumentale, epico e grandioso si addicono; fulminante, granitico e tellurico rendono la magnitudo della potenza sonora, ma "maestoso" è l'unico aggettivo che rende alla perfezione la classe con cui i Wire hanno interpretato l'altra sera al Traffic di Torino l'oretta scarsa che gli è stata lasciata prima di quegli sciagurati dei Sex Pistols.

Mi ero avvicinato ai Wire ai tempi molto tardi e solo dopo pressanti indicazioni di amici musicofili molto più avanzati del sottoscritto, ma avevo subito apprezzato la loro forza iconoclasta di punk atipici, elementi di rottura all'interno di un genere di rottura, new wave della più personale e interessante, se mai ce n'è stata una. Ho seguito poco i lavori post scioglimento e ho apprezzato senza strafare "Send" , ma ieri sera mi hanno veramente conquistato.

I Wire oggi sono Newman, Lewis e Grey. Al posto di Gilbert c'è Margaret McGinnis. Hanno la loro età e il loro stile e uno stile così limpido e violento di interpretazione è una sorpresa... sorpresa  forse annunciata data la caratura e l'esperienza dei musicisti, ma visto che altri ripristini storici dal palco che tutto svela mi avevano o convinto poco o deluso un po' (Stooges, Dinosaur Jr, etc..  i Sex pistols, invece, almeno mi hanno divertito: sembravano i muppet che facevano il Rocky Horror Show!) devo dire che trovare tanta bella musica spessa, densa, compatta ma fluida per il cuore e per le orecchie è stata una benedizione...

Etichette? Perché usarne per i Wire? Gran rock puro, duro, quadrato, immenso e  in stile immenso, modernissimo ma senza tempo, musica immortale come la Gioconda, da averne mai abbastanza, chi ti butta addosso con tanta potenza le SUE canzoni da un palco per me è un vero artista. Vado a prendermi di corsa "Object 47"! 

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