Dalla tranquilla città della maiolica è facile passare attraverso una porta incantata. Sulla soglia è incisa una scritta: “Witchwood”.

Questo varco ci conduce nel bel mezzo di un bosco, dove le ombre allungate dell'hard rock anni '70, assieme a tutte le sue venature psichedeliche e progressive sono pronte per afferrarci, strapazzarci (“Like A Giant In A Grave”) e, a volte, cullarci (“Mother”).

La magia ed il rituale che ne derivano sono scatenati da sei sacerdoti del sabba, non nuovi della scena ma già attivi in passato, come nella precedente incarnazione a nome Buttered Bacon Biscuits, autori del pregiato “From The Solitary Woods” nel 2010.

Il livello tecnico elevato dei musicisti, assieme al trasporto e al calore della voce del leader Riccardo Dal Pane (suoi i quattro brani inediti o parzialmente inediti qui presenti) ed alla capacità di coinvolgere ed ammaliare delle lunghe trame strumentali che costellano ogni brano, catturano inevitabilmente la nostra attenzione. Questo nonostante la natura del disco sia quella di un Ep esteso (o mini Lp che dir si voglia).

Le due cover dei numi tutelari Blue Öyster Cult ed Uriah Heep, strappate di peso dai loro gloriosi anni '70, non sono altro che un ottimo valore aggiunto (soprattutto “Flaming Telepaths” nella riuscita) ad un album come pochi se ne sentono prodotti in Italia (e questo include anche l'esordio “Litanies From The Woods” del 2015, ovviamente).

L'unico augurio è che, ormai a quattro anni di distanza da questo “Handful Of Stars”, i Witchwood si decidano ad invitarci di nuovo a varcare quella soglia magica.

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