Non è facile mantenere ritmi produttivi e qualità allo stesso tempo. I Within Temptation, band olandese heavy metal dalle molteplici influenze, conferma invece di riuscirci benissimo, riuscendo a restare a galla molto bene in un genere sempre più pieno ed inflazionato.
The Unforgiving, è il quinto album del gruppo in quattordici anni di folgorante carriera, costellata da successi, concerti sold-out in tutto il mondo e un bacino di fan affezionato fin dagli esordi.
The Unforgiving è anche un album atipico: nato come concept album, è un lavoro molto più simile ad una colonna sonora che ad un album vero e proprio, ed è stato rilasciato in contemporanea con una serie di fumetti e corti cinematografici che vanno a completare l'opera. La maestosità delle musiche dei Within infatti ben si sposa con le atmosfere tipiche della settima arte, e anche se alla prima può risultare spiazzante, l'idea del concept si rivela certamente vincente per originalità.
Dopo un album eccellente come The Heart of Everything, poi, non era facile trovare nuove conferme come i Nostri sono riusciti magistralmente a fare con le dodici tracce (più bonus vari e stupende versioni acustiche) che compongono questo album: fin dal primo ascolto ci si accorge dei primi cambiamenti rispetto agli album precedenti, il taglio pop è infatti accentuato e strizza l'occhio a ritornelli molto orecchiabili ed accattivanti, il singolo Faster, primo apripista dell'album, è un brano decisamente simile al What Have You Done più che ai lavori più metal del gruppo, filone che qui è stato parzialmente (ma solo parzialmente) abbandonato.
Epicità e maestosità la fanno da padrone, e l'ascoltatore viene accompagnato dalla voce di Sharon den Adel in questo racconto in cui la sensazione di essere in fumetto o in un film è tangibile: all'introduzione vocale di Why Not Me subentra subito la ritmata Shot in the Dark (annunciato come terzo singolo), un brano dalle influenze elettroniche, in cui le chitarre aprono solo nel ritornello, per poi ritornare alla grande in The Middle of the Night e la già citata Faster. Fire And Ice è la prima ballata del disco, commovente e toccante come la scena madre di un film. Iron fa molto più il verso alle canzoni più heavy della band, Where is the Edge e Sinéad sono invece i brani più eleganti di tutto il disco, dove gli archi completano il tessuto classico di voce-chitarra-basso e batteria.
Lost, la seconda ballata, viene aperta dalla sola chitarra, le ultime tre tracce, Murder su tutte, sono un manifesto del nuovo sound proposto in questo album: cattiveria ed elettronica a completare le chitarre.
In definitiva, questo è un album che può far storcere parecchio il naso a chi si aspettava una conferma delle potenzialità espresse in The Heart of Everything, sicuramente molto superiore.
The Unforgiving è invece solo un concept molto apprezzabile, in cui la band spazia libera forte delle proprie capacità in attesa del prossimo vero album. Tre stelline e mezzo, tranquillamente arrotondabili a quattro.
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