Nel 1997 i Wolfango fuorono proclamati da Giovanni Lindo Ferretti in persona gli eredi dei defunti CCCP. Testi e musiche fuori dal comune e live anarchici in cui spesso neanche loro stessi non si ricordavano cosa cantare o, meglio ancora, cosa fare.

Correva l'anno 1999 e i Wolfango, dopo un precedente e più violento lavoro, se ne uscivano con "Stagnola"; un album forse meno violento ma altrettanto scorretto, stonato, psicadelico sotto ogni punto di vista e crudo come un pezzo di carne appena affettato sul banco del macellaio, un album messo in piedi in primis da Marco Menardi, voce e basso elettrico distorto, e Sofia Maglione, voce e tastiera. Per l'occasione alla batteria Cristiano Marcelli e dietro le quinte il sempre presente Giorgio Canali.

"Stagnola" è un pò il "Germi" degli Afterhours di fine anni '90, un disco subdolo, uno degli ultimi rappresentati di quella musica underground che solo gli alternativi potevano apprendere fino in fondo e comprendere più di chiunque altro (o almeno così pensavano e si pensava), un disco fuori catalogo, quasi una rarità per gli appasionati di rock alternative all'italiana, un disco che io stesso ho acquistato alla modica cifra di 3 € in un mercatino dell'usato ma che giuro avrei pagato anche di più visto il suo valore musicale. Troviamo brani come "I Ricchi Pagano 70.000" e "Agrodolce" che richiamano alla mente, soprattutto dal punto di vista vocale, non solo il già citato Giovanni Lindo Ferretti e i suoi CCCP ma anche i Marlene Kuntz di "Catartica" rispolverati e rimessi in gioco cinque anni dopo; il punk qui rivendicato si va a scontrare con le linee melodiche del new grunge più distorto e del noise più poetico. 

Curiosando nella tracklist fa piacevolmente strano inceppare su eccezioni come "Ti Ringrazio", vero e proprio inno al Signore (?), brano in stile catechista e la sua fedele chitarra classica, in questo caso soppiantata da un basso elettico più pacato; un piccolo grande gioiello messo in musica. Fasullo electro pop in puro stile anni '80 è quello che invece andiamo a scoprire nella statica e cantilenante "Silvester" mentre "Volavia" è semplicemente un pezzo avanti di qualche anno rispetto ai lavori di band come i Death From Above 1979, e con questo ho detto tutto. Il resto dell'intero lavoro si muove su pochi ma validi accordi, un basso ipnotico che va a sostituire la mancanza di chitarra elettrica in un modo unico e voci scorrette, a tratti irritanti ma comunque sia azzeccatissime come accoppiamento. "Stagnola", ultimo brano che prende il nome dal titolo dell'intero lavoro, riporta per un attimo il tutto alla normalità e ci culla con la sua inaspettata ma allarmante dolcezza...

Finti alternativi? Musicisti falliti? Band da sfasciacarrozze? Non lo so e forse neanche mi interessa, ciò che conta è sapere che frasi come "i pomodori sono vivi e sanno come essere felici" o meglio ancora "Lillipuziani benvenuti quaggiù, siete carini ma io sono Grisù" siano state urlate da qualcuno, magari non perchè ce ne fosse un bisogno così estremo ma perchè sotto sotto sotto sotto ma anche abbastanza sopra sopra sopra sopra queste frasi hanno un loro ingannevole perchè. Sareste stati buoni anche voi a sfornare un disco del genere? Forse, sicuramente si, ma sapete, è un pò come l'arte moderna o la Merda In Scatola di Piero Manzoni... qualcuno l'ha apprezzata, qualcuno l'ha comprata, qualcuno la schifata ma solo uno l'ha ideata.

Un album che consiglio e vi invito a riscoprire.

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