L'esagerazione può avere solo due moventi: esibizionismo, nessuno. L'esagerazione esibizionista è spesso abusata nella patria dei Wolves In The Throneroom (USA). Se poi si prende in considerazione il Black Metal americano ce ne sono di presunti misantropi assidui frequentatori di live, aspiranti suicidi immortali, eterni incazzati che pubblicizzano il proprio singolo in versione con bonus track di 2:50, depressi straricchi, collaborazioni di irriducibili intolleranti...
L'esagerazione involontaria invece dovrebbe esprimere al meglio la genuinità che la genera. E' il caso dei WITTR?
Pare che dichiarino a giornali per adolescenti metalmitomani che hanno deciso di vivere a contatto con la natura, in un bosco, distaccandosi e diventando autonomi dalla società per quanto riguarda ogni tipo di aspetto non inerente la musica...
Io un'idea sulla loro esagerazione me la sono fatta. Parlando del disco, invece: non conoscendoli approfonditamente e valutando solo questo lavoro pare ci si trovi di fronte ad una delle realtà nascenti tra le migliori del Black Metal atmosferico. Eppure andando a ritroso si scopre che non è stato sempre così. Sebbene mantengano la media di un album all'anno dal 2004, la qualità artistica è nettamente cresciuta rispetto al primo e poi al secondo demo. già con "Diadem Of 12 Stars" si era notato un salto qualitativo significativo, che è facilmente imputabile alla affiliazione ad una certa Southern Lord Records. In ogni caso l'apice attuale del gruppo è racchiuso nei 46 minuti di queste quattro canzoni raggruppate sotto il nome di Two Hunters.
La formazione, essenzialissima, comprende due chitarristi/vocalist e un batterista. Lo screaming è potente ma non invadente, non troppo acuto. La bravura tecnica dei tre è abbastanza celata dalla scelta musicale-stilistica, anche se la batteria suona perfettamente quasi sempre. Ciò che spaventa è la resistenza muscolare che viene palesata perfino nei rari live. Infatti pare che oltre le 4 tracce non si vada in ogni album fin'ora prodotto. Le durate risultano mostruose e improponibili ad un ascolto occasionale. L'esagerazione di Two Hunters è così immediata che si presenta già nella traccia introduttiva "Dia Artio", probabilmente l'intro più lunga che abbia mai sentito... Oltre che forse la vera perla dell'album. L'atmosfera avvolgente e nebbiosa che avanza maestosamente a velocità di rotazione terrestre coinvolge emotivamente straziando il cuore e rallentandolo, per permettergli di entrare nell'ottica apocalittica di chi vede crollare il mondo e non può fare in tempo a fermarlo. L'uso dei sintetizzatori e di chitarre effettate in tremolo rende possibile l'avverarsi di questa visione. Successivamente le tre tracce "Vastness and Sorrow", "Cleasing" e "I Will Lay Down My Bones Among the Rocks and Roots" esporranno l'interpretazione del Black dei WITTR.
L'ispirazione e la dedica alla natura trovano punto di contatto nella perfetta coordinazione musicale e lirica, finemente curata attraverso numerose sovraincisioni di chitarre. La potenza sonora è quindi derivante da un gran numero di dettagli, dei quali nessuno sembra avere un rulo secondario. L'instancabilità mostruosa cui si sottopongono i tre produce un'omogeneità musicale che non permette nè sorprese nè confusione e che soprattutto consente di sorpassare il limite del tempo di esposizione normale, riducendo chi ascolta uno schiavo delle evoluzioni sonore progressive e senza ritorno. Non esiste nessun tipo di struttura metrica o musicale, nessun ritornello, verosimilmente perchè non c'è tempo. I tremoli sono così abusati che bisogna vederli dal vivo per credere davvero che siano suonati e non ripetuti in loop. Nella terza e quarta traccia c'è spazio al coro femminile dell'ospite Jessica Kinney, che stempera solo tra una traccia e l'altra.
Tutto sembra studiato alla perfezione per impedire la presenza del minimo difetto e questo forse è il difetto più grande del CD: è curato troppo. Ovviamente semmai qualcuno potrà considerarlo un difetto...
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