In un'epoca in cui reboot e remake sono all'ordine del giorno, mi sento anch'io nello stato d'animo di prendere parte a questo giochino proponendo una recensione di un film già trattato su questa piattaforma in un bellissimo, a mio avviso, pezzo del signor Hellring: "In the Mood for Love" di Wong Kar-Wai.

Il signor Chow e la signora Zheng (rispettivamente Tony Leung e Maggie Cheung, entrambi in stato di grazia) sono due vicini di casa, entrambi sposati. Quando, però, scoprono che i rispettivi coniugi sono amanti, si avvicinano in un legame affettivo che si rafforzerà sempre di più, fino a diventare amore, che si interromperà nel momento in cui Chow dovrà partire per Singapore. I due, dopo ciò, non si incontreranno mai più.

Non mentirò: sto scrivendo questa recensione subito dopo aver finito di vedere per la prima volta il film, che è anche la prima opera del regista cinese che io abbia mai visto. Quindi non mi cimenterò in fasulle analisi del cinema di Wong Kar-Wai ma mi limiterò a fare delle considerazioni su quanto ho potuto apprendere circa il suo stile da questo film che, già alla prima visione, mi sento di definire come capolavoro.

Silenzi che raccontano più di mille parole e sguardi che mostrano più di mille inquadrature sono la colonna portante di questo "In the Mood for Love". I dialoghi, mai didascalici e sempre molto intensi, non sono ciò che portano avanti la trama, come fin troppo spesso accade nel cinema moderno (soprattutto in quello occidentale), ma piuttosto sono un semplice accompagnamento alle azioni che, con un'eleganza tipicamente cinese, ci vengono mostrate. La fotografia ci regala dei colori accesi e delicati ad un tempo, rendendo le magnifiche composizioni di Wong Kar-Wai un vero spettacolo per l'occhio che ama l'Arte (con la maiuscola). La macchina da presa accarezza i protagonisti, portando lo spettatore a trovarsi accanto ad essi, ma senza mai permettergli di vedere i momenti più intimi e privati della relazione tra il signor Chow e la signora Zheng: tutto è lasciato all'intuito di cho guarda, che ha il compito di capire ciò che non viene mostrato semplicemente osservando i dettagli, i primi piani e gli sguardi dei due protagonisti. I quali, pur non essendo single, non vengono mai ripresi insieme ai rispettivi coniugi, poichè il regista relega questi ultimi a fantasmi nascosti nell'ombra del fuori campo, come a voler sottolineare visivamente la distanza che intercorre tra marito e moglie.

Tutto in questo film è eleganza, qualsiasi dettaglio, anche il meno significativo: un esempio su tutti è rappresentato dalle ricche volute del fumo di sigaretta che Wong Kar-Wai ci mostra, spesso in un'inquadratura vuota, senza personaggi, un fumo che affida alla pura casualità il proprio percorso ricco di curve e arzigogoli che hanno quasi una carica sensuale, simile a quella sprigionata dalla bellissima attrice protagonista. I rallenty, sempre accompagnati dal bellissimo tema principale, sono una vera goduria per gli occhi e mai privi di significato, come nel caso di quelli che ci mostrano le vite dei due protagonisti intrecciarsi, prima di instaurare un vero rapporto, sempre di più, facendoci vedere come Chow e Zheng frequentino gli stessi posti in cui si incrociano sempre più spesso, un vero e proprio sovrapporsi delle loro vite fino a coincidere quasi del tutto, quando la signora Zheng, arrivata a casa, trova il signor Chow nella propria abitazione, subito prima della loro uscita insieme a cena.

"In the Mood for Love" è sicuramente uno dei migliori film del nuovo millennio e uno dei migliori, a mio avviso, di sempre. Delicatezza ed eleganza, nonchè un senso di riservatezza, sono le parole d'ordine di questo film, che continua a vivere, come solo i grandi capolavori possono e sanno fare, anche dopo la loro fine: cosa avrà confessato il signor Chow a quel buco nelle rovine in Cambogia? Quale segreto ha nascosto in quella piccola rientranza, ricoperta con della terra? Nessuno potrà mai saperlo. E forse è meglio così...

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