Frutto della passione per la musica del regista newyokese, "Accordi e disaccordi" ripercorre la vita immaginaria di Emmet Ray (Sean Penn), artista tanto talentuoso quanto alcolizzato, un genio quando si tratta di prendersi cura delle note, un pò meno quando deve occuparsi della propria immagine. Genio sregolato ed eccentrico tuttavia durante la storia ribadisce più volte di essere secondo soltanto al grande artista gitano Django Reihnardt. Ray non è un grand'uomo, la comunicazione con gli altri esseri umani non è proprio il suo forte, si confida con i barboni, si sfoga con la povera Hattie (Samantha Morton), sua compagna affetta da mutismo e costretta ad assorbire i deliri del protagonista, non arriva mai puntuale agli appuntamenti e spara ai topi per divertimento.
Le due facce di un artista. L'armonia che riesce ad esprimere con il talento e l'odio che non riesce a filtrare manifestandolo in forma di egoismo.
Allen, scrittore oltre che a capo delle riprese, si impegna più a ricostruire il clima degli anni '30 piuttosto che a far ridere con il suo sottile umorismo (anche se gli spunti per farsi una risata non mancano). Attraverso il personaggio di Emmet Ray, oltre a tributare il morigerato Reinhardt (in rappresentanza di tutta la categoria di quegli anni), cerca di farci capire che l'artista non va venerato ma bensì compreso, che un ottimo musicista non è per forza accompagnato da una figura buona e carismatica, in sostanza, un omaggio al talento, un fulmine che può colpire chiunque.
Rimanendo in tema, la gradevolezza del film aumenta anche grazie all'ennesima immensa prova del fulminato Sean Penn.
Buona visione!
"Io con le donne ci sto bene, le amo, solo che non mi servono... credo che succeda così quando uno è un vero artista." (Emmet Ray)
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