Nella immensa produzione di Woody Allen trova spazio anche il musical. Con "Tutti Dicono I Love You" (1996) il pozzo senza fondo di idee di New York si cimenta con una pellicola dai sapori retrò mischiati con un'anima metropolitana e moderna; una commedia musicale leggera e divertente molto ben tenuta insieme nelle sue varie parti e soprattutto Allen riesce a utilizzare al meglio un cast ricco e molto variegato. Regala al suo pubblico un film che è un inno all'amore in molte delle sue forme, quello razionalmente pianificato e artificiale, quello adolescenziale, quello spontaneo e magico.
Una somma di momenti di vita di una famiglia borghese di New York di cui Allen è per metà capofamiglia, l'altro uomo di casa sposato con la sua ex moglie, Goldie Hawn, è interpretato da Alan Alda. Attorno a loro gravitano tutti i loro figli che sono a loro volta impegnati in peripezie amorose, da una giovane Natalie Portman a Drew Barrymore con il suo fidanzato Edward Norton, passando per il vecchio nonno da poco trapassato, "Vi prego, per favore, non vi mettete a litigare di fronte al nonno, va bene? Lui non era ateo, non era repubblicano e non era nemmeno democratico. Bèh, sarà stato pur qualcosa, no? Era un feticista del piede."
Allen realizza un musical che è in parte un omaggio alla vecchia tradizione americana, la colonna sonora è infatti composta tutta da vecchi standard swing degli anni '30 e '40, ma è anche un po' una presa in giro di questo modo di fare cinema in cui gli attori nel bel mezzo di una scena si mettono a cantare ( bella la scena in cui a tavola Alda trasforma il suo parlare in cantare e subito la moglie gli domanda: "Ma perchè ora canti?" ) e ballare. La commedia musicale rivista in chiave ironica quindi grazie a molti momenti buffi e riusciti (il personaggio di Tim Roth, ex recluso invitato a Natale a pranzo è uno spasso), a un po' di magia in computer grafica. Girato in tre città diverse che sono da sempre tra le favorite da Allen, la sua New York, Parigi e Venezia, ha un buon ritmo e sorprende positivamente nella sua globale leggerezza anche se Allen qualche frecciatina la lancia sempre; Alan Alda riferendosi a Dio: "Anche se dovesse esistere, ha lavorato talmente male che mi meraviglio che la gente non si coalizzi tutta e non lo trascini in tribunale" . Restando nella critica e satira è divertentissima la scena in cui un sollevato Alan Alda scopre che le idee fortemente repubblicane del figlio erano dovute ad un trombo che non faceva affluire correttamente il sangue al cervello, una critica spietata tipica della migliore verve di Allen.
Una curiosità: la scena in cui Allen solleva magicamente in aria la Hawn durante il ballo è girata nello stesso punto in cui il regista ambientò la cena lungo la Senna con Peter Sellers in "Ciao Pussycat".
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