'Harry a Pezzi' è scritto, diretto ed interpretato da Woody Allen. Anno di produzione 1997. Titolo originale "Deconstructing Harry". Il cast è ricchissimo. A sostenere l'intrecciata e riuscita commedia ci sono, in ordine sparso, Demi Moore, Amy Irving, Robin Williams, Stanley Tucci, Judy Davis, Mariel Hemingway, Billy Crystal, Kirstie Alley, Elisabeth Shue, Eric Bogosian, Jennifer Garner, Bob Balaban, Tobey Maguire.
Il film parla di uno scrittore, Harry Block (Allen) in pieno blocco, che utilizza episodi reali della sua vita per infoltire le trame dei suoi libri, finendo così per sputtanare, sebbene con nomi fasulli, i personaggi reali. La vicenda narra di questo scrittore che deve ricevere una onoreficenza dall'università dove NON completò gli studi, che si fa accompagnare dal figlio (che rapirà), un amico (che morirà) ed una prostituta drogatella (che pagherà). Il viaggio è bizzarro e pieno di imprevisti che culmineranno in una retata finale della polizia intenta a scoprire un cadavere nell'auto dello scrittore, recuperare il figlioletto rapito dalla sua tutrice e arrestatre la prostituta in possesso di marijuana. Verrà recuperato dal carcere dai neosposi Billy Crystal (ex amico) e Elisabeth Shue (ex fan ed amante) a cui non darà la benedizione!
Il film confina tra sogni, immaginifico e realtà. Lo scrittore in questione scrive di se stesso e percepisce il proprio riflesso nel filtro dei suoi racconti. Il nome Harry Block (blocco) dà una forte caratterizzazione al personaggio (da qui il forte riferimento cinematografico a Bergman ed "Il posto delle fragole" dove il protagonista Isaak (ghiaccio) Borg (castello) è un'anima gelida che vive in un castello isolato). Il film è molto ricco, dal punto di vista delle idee e di come sono messe in pratica. E' dinamico, ha un ritmo veloce, ma al tempo stesso dissipa queste energie, soprattutto dai salti improvvisi tra realtà e finzione, dalla vita vera alla fantastica. Il montaggio è spezzettato e discontinuo: personaggi nevrotici uguale montaggio nevrotico. Il film non è assolutamente autobiografico. Semmai, il personaggio ed il regista sono collegati dai sentimenti (ossessioni e nevrosi), ma non c'è relazione con questioni di rapimenti o frequentazioni di prostitute (come nemmeno eventuali blocchi dello scrittore).
Il contenuto detta la forma: la storia è racontata in modo efficace e il montaggio valorizza la parte drammatica della commedia. Il linguaggio è insolitamente sfacciato e volgare rispetto ai soliti film alleniani. La narrazione è libera (come quando Harry si trova improvvisamente faccia a faccia con personaggi di fantasia ed interagisce con loro). Interssante la visione alleniana dell'inferno: nel suo racconto il diavolo rapisce l'amata al personaggio (nella vita reale Billy Crystal gli porta via Elisabeth Shue). Ritroviamo Harry interagire col diavolo Crystal, scendendo negli inferi (dove tra le altre ritroverà il padre) per recuperare l'amata. L'inferno è come una caverna piena di dannati disperati e incatenati al muro e diavoli punitori, e tra fumi, gemiti e lamenti si ode un jazz acido e bandistico.
Il finale è commuovente e vede Harry incontrare tutti i suoi personaggi di fantasia che lo celebrano con un applauso. Lui ricambia e dichiara il suo amore a sua volta: l'arte come metafora di salvagente. Allen trova l'arte un fenomeno sociale inutile: secondo lui il valore dell'arte sta nell'intrattenimento ed un artista non può contribuire a cambiamenti sociali in modo significativo. Positiva la scelta di chiudere il film con Harry che comincia a scrivere un nuovo romanzo e scrive "tutti conosciamo la stessa verità: la nostra vita consiste in come scegliamo di distorcerla".
Si chiude come in Manhattan dove il personaggio riflette sulle gioie e le possibilità della vita. L'artista continua il suo lavoro.
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