'Match Point' è un film del 2005. Un thriller dai risvolti drammatici che ha avuto un buon successo di pubblico, ma ho il sospetto che la presenza della sensualissima ed irrequieta Scarlett Johanson abbia contribuito sostanzialmente alla presenze nelle sale cinematografiche.
Visto un sabato pomeriggio, riscopro il cinema sospettosamente affollato. Il film è distante dai soliti stilemi alleniani. Pacato e sobrio (nessun attore tenta di impersonare il consueto tipetto isterico conosciuto nei precedenti lungometraggi alleniani), una strana tensione percorre l'intera pellicola ed i ruoli sono affidati ad attori giovani sostanzialmente da scoprire. L'ambientazione è londinese, a tratti grigia e fumosa, talvolta fredda e umida. Pare che Allen sia stato costretto ad abbandonare le amate ambientazioni newyorkesi per ovvi motivi di riscontro (il pubblico europeo segue il regista con molto più interesse rispetto a quello americano) e le solite tristissime questioni economiche (le risorse finanziarie si trovano più facilmente nell'orbita del mercato cinematografico europeo).
Tanto cambiano le ambientazioni quanto le atmosfere: stavolta il mood jazz anni 30-40 è messo da parte per far spazio a sottofondi di musica classica operistica. Ma se dal vecchio jazz emerge un'insolita vena gioiosa e frizzante, dalle note classiche emerge un che di oscuro ed obliquo, soave, ma che produce suspence ed è chiave per la riuscita del patos filmico.
Un Allen sceneggiatore e regista insolitamente freddo e controllato, che descrive la materia umana ed il suo lerciume, senza un filo di ironia, piuttosto mette in rilievo la subdola casualità del destino. Il "bello" (Jonathan Rhys-Meyers) si giostra a piacere nei suoi inganni e rimane comunque a galla. Spietato, fasullo ed arrivista. C'è un forte contrasto tra gli atteggiamenti elitari da upper class londinese ed i comportamenti borghesi (la burrascosa Scarlett). Il protagonista ha ben chiaro il suo obiettivo ed è disposto a fingersi innamorato, interessato a contesti culturali da lui molto distanti e si spinge al limite, per ottenere pieno piacere e risultato, senza però perdere il controllo.
Una questione di circostanze favorevoli, assurde se vogliamo, che Allen dipinge benissimo. Il regista è neutrale, potente ed efficace nell‘esposizione dei suoi mezzi. Un film piacevole, una sorta di thriller oscuro e funambolico, che sviluppa il tema della passione, ritratta quello dell'omicidio (affrontato in passato in "Crimini e Misfatti") finendo per coinvolgere saporitamente.
Il titolo è riferito al protagonista, ex tennista, ed un'azione chiave che si svolgerà durante il film (che è meglio non svelare): in sostanza la vita è come una partita. Un colpo corretto ed il trionfo sarà nelle tue mani.
Carico i commenti... con calma