Taluni sono irrimediabilmente ancorati a melanconici ricordi felici ed altri, al contrario, sono pronti ad investire energicamente tutto in quello che ancora che non scrutano aguzzando gli occhi, ma che a loro dire non può essere poi troppo lontano. In ognuna delle due situazioni testé descritte si tende a ritenere insoddisfacente il presente. Tra ottimismo inaffondabile e pessimismo cronico, bianco abbagliante contrapposto a copioso inchiostro, viene quindi inghiottito il vissuto quotidiano. Per quanto possa essere triste, molte persone vivono una serie infinita di lunedì mattina.
E’ questa la situazione nella quale si trova il protagonista della deliziosa nuova uscita di Woody Allen. Owen Wilson interpreta uno scrittore che prostituisce il proprio talento per mediocri sceneggiature di Hollywood (forse un acuto rimando alla fin qui modesta filmografia dello stesso attore). Da buon nostalgico ha la sensazione, quel velo di tristezza, di essere nato con qualche generazione in anticipo rispetto all’età dell’oro che non ha mai vissuto.
Ormai in procinto di convolare a nozze con una velina, poco radical e molto chic, si trova a camminare attanagliato dai suoi dubbi per le vie illuminate di Parigi. Passo dopo passo rievoca mentalmente la bellezza della città nello splendore degli anni ‘20 e proprio allo scoccare della mezzanotte questa ambientazione non può far altro che prender magicamente forma.
Sarà proprio l’incontro con i suoi “miti” del passato a farlo rinsavire e riportare al corretto rapporto con il presente.
E’ un concetto semplice, ma complessivamente interessante, e non credevo che l’occhialuto regista di New York avesse ancora la forza per dare alla luce un film così pregevole in quanto dai tempi de “La Dea dell’Amore” avevo assistito ad un lento declino con sparuti tentativi di risalita alternati a fin troppo mestiere.
“Midnight In Paris” è un lavoro delizioso anche dal punto di vista tecnico. Il montaggio delle scene quasi maniacale unito alla fotografia strepitosa sono capaci di esaltare le vie e le luci parigine: i primi 5 minuti in tal senso sono più esplicativi che qualsiasi tipo di descrizione possa abbozzare. Tale godimento visivo, che si mantiene inalterato per tutta la durata del lungometraggio, passeggia a braccetto con l’elegante e datata colonna sonora a ritmo con lo svilupparsi della trama. Una commedia romantica, questo sì, ma non solo grazie alle spire surreali della sceneggiatura ispirata nella quale non manca l’acuto sarcasmo di Allen con il quale descrive il quotidiano degli stereotipati personaggi che pone sotto il suo assai cinico occhio di bue.
In questo momento provo un debole per due attrici francesi di indiscutibile bravura e bellezza che sono certo si faranno sentire nei prossimi decenni: Mélanie Laurent e Marion Cotillard. Nel buon cast del film (Bates, Brody e Sheen), nel quale ho apprezzato perfino il cameo di Carla Bruni, svetta proprio la Cotillard confermando il mio amore per questa donna talentuosa e dalla bellezza magnetica senza silicone e curve da canotto.
Non mi resta che consigliarvi questo lavoro natalizio che io ho interpretato come un romantico ed elegante invito a saper godere di quel che si ha. E' infatti insito nell’uomo dare maggior rilievo agli eventi sfortunati ed essere più severi nei giudizi sulla contemporaneità rispetto ai bonari contorni sfuocati del passato.
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